Scambio di embrioni al Pertini, l'ira della mamma mancata: «Quei due piccoli li voglio io»

Scambio di embrioni al Pertini, l'ira della mamma mancata: «Quei due piccoli li voglio io»
di Adelaide Pierucci
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Martedì 15 Aprile 2014, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 08:40
Quando ha sentito per radio che alcuni embrioni erano stati scambiati al momento dell'impianto e che una mamma si ritrovava ad avere in grembo due gemellini non suoi, ha avuto un brivido: Poveretti.



Quando poi ha saputo che lo scambio era avvenuto il 4 dicembre, all'ospedale Pertini di Roma, poco ci mancava che svenisse: «Dio mio, quei bimbi potrebbero essere miei». Da due giorni ride e piange Viola (il nome è di fantasia, ndr), 36enne romana che da tre anni prova ad avere un bambino con la fecondazione assistita, una delle ultime proprio il 4 dicembre scorso e proprio al Pertini. L'impianto a lei non è andato bene, alle altre tre aspiranti mamme sì. E da quel momento Viola cerca conforto, anche dal suo legale, l'avvocato Pietro Nicotera, al quale ha dato mandato di presentare oggi una denuncia alla Procura di Roma affinché si accertino eventuali errori o omissioni.



Cosa spera?

«Spero che si tratti di un errore, magari nella consegna del referto della villocentesi. Ma mi pare un'ipotesi remota e allora torno a tremare».



Che farà?

«Aspetterò fremendo. Capiamoci bene, non voglio essere scambiata per una matta che non riesce ad avere figli e quindi vuole quelli degli altri. Desidero solo che sia tutto chiaro. Voglio sapere se gli embrioni dello scambio sono miei o no. Se sono miei è ovvio che anche i bimbi sono miei e di mio marito».



La mamma che ha denunciato il caso, però, ha già fatto sapere di volerli comunque tenere...

«Certo: penserà “li ho tenuti per nove mesi nella mia pancia, sono i miei figli”. Ma se gli embrioni, come pare evidente, non sono suoi, neanche i figli lo sono. Ed io non potrei vivere con l'idea o il sospetto di sapere che ci sono i miei bambini in giro per l'Italia».



Cosa la preoccupa di più in questo momento?

«Il silenzio. Nessuno dal centro di infertilità del Pertini si è fatto vivo. Io e mio marito sembriamo sospesi nel vuoto. Questa notizia ci ha cambiato la vita. Purtroppo ieri ho saputo che è andato male il terzo tentativo di fecondazione. Pensi, il dispiacere è caduto in secondo piano».



Cosa ricorda del 4 dicembre scorso?

«Ero emozionata. Ero al mio secondo tentativo di transfer, di impianto degli embrioni dopo il pick-up di due giorni prima. Mi dovevano essere impiantati tre embrioni di classe A, i migliori. Mi chiamano per seconda. Non faccio in tempo a mettere piede in camera operatoria e mi rispediscono indietro. “Scusi, ci siamo sbagliati, non è il suo turno”. E subito dopo hanno chiamato una ragazza, sempre del '78 come me e con un cognome simile. Ho aspettato una mezz’ora. Istintivamente, quando è arrivato il mio turno, ho detto a una signora, credo una portantina, una battuta del tipo “quanto ho dovuto aspettare”. E lei mi ha risposto: “Che vuoi gli embrioni di un'altra?”. Poi ho saputo da quella ragazza che anche lei aveva avuto l'impianto di tre embrioni di classe A. Potrebbe essere avvenuto allora l'errore? O quando? Vorrei saperlo».



E' preoccupata?

«Ho questo pensiero fisso. Eravamo quattro aspiranti mamme. Ora tre sono incinte e io no. Se lo scambio degli embrioni è avvenuto tra due delle mamme ora incinte, possono scambiarsi i figli dopo la nascita. Io, invece, che dò in cambio? Comunque non c'è legge che tenga: se gli embrioni sono miei, i piccoli li voglio».
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