San Giovanni, il compagno lo lascia
lui si uccide gettandosi dal balcone

San Giovanni, il compagno lo lascia lui si uccide gettandosi dal balcone
di Marco De Risi
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Venerdì 30 Maggio 2014, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 09:38
I soccorritori non hanno fatto in tempo. Quando un vigile del fuoco gli stava allungando una mano per salvarlo, lui precipitato dal quinto piano dello stabile a San Giovanni dove risiedeva.



Marco, 28 anni, ieri poco dopo mezzogiorno, è caduto nel vuoto dal parapetto del balcone della sua abitazione in via Collazia, tra via Britannia e piazza Zama. La caduta è stata attutita dagli alberi ma il corpo si è schiantato sul marciapiede da più di quindici metri d’altezza, proprio mentre i vigili del fuoco stavano gonfiando il materasso e sul posto erano arrivati polizia e carabinieri che stavano per irrompere nell’abitazione e bloccarlo.



LO SCHIANTO

Il giovane è morto dopo pochi minuti dall’arrivo in ospedale. Ai soccorritori che erano riusciti ad avvicinarlo sul parapetto dello stabile il giovane era apparso stordito, forse sotto l’effetto di barbiturici. Uno stato confusionale che rendeva più difficile il tentativo di salvarlo. Così proprio quando un vigile del fuoco era quasi riuscito a prenderlo per una mano, il giovane è caduto nel vuoto. Un fine tragica sulla quale stanno ora indagando gli agenti del commissariato di zona. Dai primi accertamenti, gli investigatori ipotizzano che che la decisione di andare sul parapetto Marco l’abbia presa dopo una delusione d’amore. Di recente infatti era stato lasciato dal suo compagno. E’ stato proprio quest’ultimo, infatti, a chiamare la polizia per segnalare le intenzioni suicide di Marco.

«Presto, correte in via Collazia - ha detto l’uomo ad un operatore del 113 - il mio ex compagno mi ha chiamato dicendo che vuole farla finita». Nel giro di pochi minuti è scattato l’allarme. Equipaggi della polizia e dei carabinieri sono andati sul posto e hanno subito visto Marco seduto sul bordo esterno del balcone della sua abitazione al quinto piano dello stabile. E’ arrivata un’ambulanza e anche i pompieri che stavano gonfiando il telone pneumatico.



I TENTATIVI

Un poliziotto nel frattempo aveva raggiunto l’abitazione attigua a quella del giovane e si è sporto dal balcone avvicinandosi il più possibile. Ha cercato di tranquillizzare Marco che è apparso come incosciente, sotto l'effetto di farmaci. Nel contempo i vigili del fuoco hanno sfondato la porta di casa. Sembrava che tutto stesse per concludersi positivamente. Poi gli attimi finali e il capovolgimento di fronte. Un vigile del fuoco stava per afferrarlo quando il ventottenne è precipitato nel vuoto. Il magistrato di turno è stato avvertito dalla polizia della morte ed è stata aperta un’inchiesta per stabilirne le cause e per ricostruire il vissuto del giovane.

Marco non ha lasciato biglietti. L’ipotesi che prevale è che il ragazzo possa avere amplificato l’abbandono del suo ex compagno fino a giungere al gesto estremo. Sarà importante l’autopsia che si terrà a giorni all’istituto di Medicina Legale per appurare se abbia agito sotto l’effetto di psicofarmaci o altro. Il giovane viveva da solo e i suoi parenti abitano fuori Roma. La polizia ha contattato uno zio che, affranto dal dolore, non ha saputo aggiungere elementi nuovi a quel che già gli investigatori sapevano. Nelle prossime ore sarà ascoltato l’ex compagno di Marco colui cioè che ha dato l’allarme.