Roma, S. Maria Maggiore: botte al gendarme, invitato a uscire si scaglia contro agente

Roma, S. Maria Maggiore: botte al gendarme, invitato a uscire si scaglia contro agente
di Raffaella Troili
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Domenica 23 Agosto 2015, 06:03 - Ultimo aggiornamento: 10:05
Non era proprio il luogo adatto per una scazzottata, tantomeno un'aggressione condita da offese. E infatti i fedeli in preghiera e i turisti presenti già a quell'ora dentro e fuori la basilica di Santa Maria Maggiore sono rimasti increduli e spaventati. Ieri mattina, mancavano pochi minuti alle nove, quando un nigeriano ha iniziato a litigare con un agente della gendarmeria vaticana. Tutto è cominciato nei bagni ai quali si accede dall'interno della basilica, probabilmente il gendarme ha notato il viavai del nigeriano, che aveva poco a che vedere con la fede, l'ha bloccato e invitato ad uscire. A quanto pare l'uomo da un po' di giorni non faceva altro che aggirarsi all'interno di Santa Maria Maggiore, dando fastidio ai turisti.



PRECEDENTI PER STUPRO

E comunque a un certo punto ne è nato un diverbio, lo straniero, dalle parole è passato ai fatti, mentre i fedeli si allontanavano impauriti. Ma per fortuna l'usciere della chiesa ha avvertito in tempo gli alpini del Settimo reggimento di presidio sulla piazza nell'ambito dell'operazione “Strade Sicure”. «Correte, c'è un uomo che ha aggredito un agente della gendarmeria». Due militari hanno immobilizzato il nigeriano, regolare sul territorio, con precedenti per stupro. Poi è intervenuta la polizia che ha accompagnato l'uomo in commissariato. «Quel tipo come tanti altri disperati d'abitudine va al bagno nel cortile interno da cui si accede dalla navata destra della Basilica - racconta un usciere - il problema è un altro: «a mezzogiorno era di nuovo qui, l'ho visto uscire dalla basilica». Come da copione, dopo l'identificazione, lo sbandato è tornato libero, ancor più se il tentativo di aggressione, per fortuna, è stato fermato in tempo.



PAURA TRA LA GENTE

Gli alpini sono rimasti a presidiare la basilica tutto il giorno all'interno e all'esterno. «A quell'ora c'era parecchia gente - spiega il tenente colonnello Gianmarco Di Leo del 7° Reggimento Alpini, comandante del battaglione Alpini Feltre - i due alpini in servizio la mattina stavano pattugliando la piazza quando sono stati chiamati dall'usciere: all'interno della basilica era in atto una colluttazione, un uomo si era scagliato contro un gendarme. Il motivo? Credo che il personale abbia cercato di allontanarlo, ma il nigeriano ha continuato a dar fastidio. Una volta bloccato e neutralizzato è stato portato fuori, intanto abbiamo chiamato la polizia a cui l'abbiamo consegnato».



L'Esercito ha un ruolo importante nell'operazione Strade Sicure, «il nostro intervento è chiesto dal prefetto, il questore poi coordina le varie forze dell'ordine, la distribuzione degli uomini».



OBIETTIVI SENSIBILI

Dal 2008 ad oggi il numero di forze in campo sul territorio e il livello di attenzione sono saliti di anno in anno. Non solo strade sicure. Le forze dell'ordine, a cominciare dall'Esercito, sono chiamate a vigilare diversi obiettivi sensibili. Stazioni della metropolitana, scali aerei e ferroviari; ambasciate; aree di interesse turistico: sia i siti religiosi, tutti, sia le aree monumentali.



«Le misure si sono incrementate dall'inizio dell'anno, ancor di più dopo l'attentato alla sede di Charlie Hebdo e l'operazione antiterrorismo a Bruxelles entrambi avvenuti gennaio. In campo ci sono in tutto 6mila uomini sulle 49 province d'Italia. Più di mille solo per l'area di Roma».