Roma, «mio figlio autistico chiuso in un'aula». La denuncia della mamma: «Negata anche la gita»

Roma, «mio figlio autistico chiuso in un'aula». La denuncia della mamma: «Negata anche la gita»
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 22 Febbraio 2015, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 10:07
«Mio figlio disabile vive a scuola isolato da tutti, costretto a stare in una classe separata dai compagni. E ora non potrà neanche partecipare alla gita scolastica che la sua classe farà in Vaticano». Questa è la denuncia della mamma di un bambino di 11 anni, Christian, affetto da una grave forma di autismo, che studia alla scuola elementare Sant'Anna di Valmontone, in provincia di Roma. La preside della scuola, Antonietta Fusillo, respinge le accuse: «La malattia del bambino è molto grave. Putroppo è molto irrequieto, in passato ha lanciato sedie contro i suoi compagni. Per questo, insieme alla neuropsichiatra della Asl, abbiamo deciso di spostarlo in un'aula dedicata a lui. In ogni caso speriamo di riuscire a portarlo in gita in Vaticano, ci stiamo organizzando».

IL RACCONTO

Due versioni discordanti. Una, quella della mamma di Christian, che mette duramente sotto accusa l'istituto. Dall'altra quella degli insegnanti e del Comune che respingono con forza l'idea della discriminazione e parlano di «una soluzione nell'interesse primario del bambino».

La mamma di Christian racconta che il figlio è costretto a studiare da solo in un'auletta separata da tutti. La chiama «stanza del silenzio degli innocenti», per rendere l'idea quasi di una reclusione. «Lo tengono lontano dai suoi compagni per tutto il giorno» ha detto la donna al portale dei disabili ”Redattore Sociale”. «Finché andava a scuola a Ostia era ben integrato: passava tutto il tempo in classe. Solo quando aveva una crisi l'insegnante lo portava fuori e, appena si calmava, rientrava in classe. Da quando ci siamo trasferiti a Valmontone, due anni fa, la scuola è diventata una tragedia. Dicono che disturberebbe e che è pericoloso». Per questo la psichiatra della Asl ha suggerito di farlo studiare in un'aula separata. «Ma mio figlio non è pericoloso - ribatte la madre - Il pomeriggio va ad atletica e nessuno si lamenta».

La denuncia della famiglia del bambino non si ferma qui: «A maggio, la classe di Christian andrà in visita al Vaticano, ma ci è già stato detto che lui dovrà restare a casa, perché farebbe troppa confusione. La psicologa, poi, vuole che Christian resti alle elementari altri due anni. In questo modo, passerebbe alle medie a 13 anni. A me non sembra giusto, non credo che gli farebbe bene restare così indietro. Voglio che vada avanti fino al liceo, insieme ai suoi compagni». La preside della scuola, Antonietta Fusillo, fornisce una versione diversa: «Quando è arrivato il bambino ha lanciato sedie contro i suoi compagni. C'era una situazione di pericolo. La stessa Asl ci ha suggerito di dedicargli una stanza a parte, che peraltro è proprio accanto a quella dei suoi compagni. E non è un bunker: c'è lo stereo, il lettore dvd, i colori».

«L'aula - spiega Giulio Pizzuti, delegato alla Scuola del Comune di Valmontone - è stata anche foderata di cuscini l'anno scorso, su suggerimento della Asl, perché altrimenti il bambino rischiava di compiere atti di autolesionismo». Del caso ora si occuperà la Commissione parlamentare per l'infanzia.