Roma, compaiono scritte pro-Isis: «Ci vendicheremo delle stragi Usa»

Roma, compaiono scritte pro-Isis: «Ci vendicheremo delle stragi Usa»
di Davide Gambardella
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Venerdì 5 Settembre 2014, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 19:54
Sono apparse sui muri di uno dei sottopassi di via Casilina. Sono scritte che inneggiano ai guerrieri di Allah, alla distruzione dei nemici americani, al Dio che non dimenticher chi, durante la vita terrena, non si convertito all'Islam. E a pochi metri dalle scritte, spunta quell’inequivocabile bandiera, diventata ormai una icona del terrore, che sventola nelle immagini provenienti dai territori del Medio Oriente in cui imperversano le rappresaglie contro gli infedeli.






È nel versante Sud-Est di Roma che nelle scorse settimane sono state imbrattate le pareti con degli slogan deliranti in lingua araba. Si indaga in queste ore per risalire agli autori delle scritte: di certo si tratta di alcuni simpatizzanti dei miliziani dell’Isis, i terroristi islamici del Califfato. È la prima volta che in Italia compaiono scritte in arabo che predicano la Jihad ed osannano i guerrieri di Allah.



LA MANO DI UN SIRIANO

Le frasi, realizzate con vernice nera spray scorsi, potrebbero esser state scritte da un siriano, stando ad una prima analisi. Quelli scritti sui muri a pochi metri dallo svincolo con via Torrenova, sono versetti del Corano e slogan violenti che incitano all’odio contro l’America, ma non solo. Tra una frase e l’altra, spunta anche il disegno della bandiera delle truppe del Califfato, spesso utilizzata dai miliziani dell’Isiso. «Ci vendicheremo delle stragi degli americani», «Allah è grande», «Maometto è l’unico profeta», «Dove sono i guerrieri di Dio?» si legge sulle pareti imbrattate sul tratto di strada tra Tor Vergata e Torre Angela. E poi ancora: «Ogni guerra contro di noi è una guerra persa», «Allah ti dà tempo, ma non si dimentica di te», «Siria!». La Digos romana conferma di essere a conoscenza dei messaggi. Si lavora per decifrare una eventuale matrice di quelle frasi. La Capitale, secondo quanto rivelato dal Viminale, è una delle città italiane in cui vengono reclutati i nuovi soldati per la Jihad: un allarme dietro cui c’è un’attività investigativa ramificata su tutto il territorio nazionale che non tralascia alcun segnale.
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