Colosseo, precipita dopo un selfie
il diciottenne è in coma

Colosseo, precipita dopo un selfie il diciottenne è in coma
di Alessia Marani e Paola Vuolo
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Martedì 9 Settembre 2014, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 13:14

Sembrava un gioco divertente, scivolare gi dal terrapieno che da via Celio Vibenna finisce quasi su piazza del Colosseo.

Mattia Martinello, 18 anni compiuti oggi, e i suoi amici vogliono rotolare lungo la collinetta e raggiungere l’anfiteatro Flavio in pochi attimi per fare delle foto. Un selfie dal Colosseo da inviare agli altri amici rimasti a Padova. I ragazzi salgono sul parapetto e si lasciano andare, in tre riescono a raggiungere la strada senza problemi, tocca a Mattia, che scavalca il muretto e si lancia nel vuoto, ma perde l’equilibrio e precipita per oltre cinque metri. Batte la testa, un brutto colpo alla nuca, gli amici disperati cercano di soccorrerlo, passa una pattuglia dei carabinieri di piazza Dante, in pochi attimi arriva l’ambulanza del 118. Il ragazzo viene trasportato all’ospedale San Giovanni, non è cosciente, viene operato d’urgenza. Ha riportato un trauma cranico con una brutta emorragia interna e una lesione al petto. I medici definiscono «gravissime» le sue condizioni, il ragazzo è in coma farmacologico, non è ancora possibile valutare se la colonna vertebrale ha subito dei danni.

È una bella serata di fine estate, Mattia è a Roma per festeggiare il compleanno con gli amici. Alcuni sono di Padova, altri romani, altri ancora sono arrivati da diverse città. Si sono conosciuti a New York e hanno deciso di ritrovarsi tutti nella capitale per festeggiare i 18 anni di Mattia.

LA SERATA

Nel corridoio del reparto di Rianimazione c’è solo silenzio. Gli amici di Mattia hanno gli occhi rossi e lo sguardo stupito di chi non riesce ancora a credere che sia tutto vero. Spalle al muro c’è una giovane donna bionda, Orietta, la madre di Mattia, che si aggrappa al braccio del marito Giorgio, perché il dolore le toglie anche il fiato. «Non avevamo bevuto» hanno raccontato gli amici ai carabinieri. «Mattia poi è uno sportivo, un calciatore, figurarsi se beve. Avevamo passato una serata bellissima, eravamo felici, abbiamo girato tutta la notte e siamo finiti alle Terme di Caracalla». Alle cinque del mattino la piccola comitiva si ritrova in via Celio Vebena, dall’alto della strada ammirano il Colosseo, a qualcuno viene l’idea di scattare le foto. Scivolare giù dal terrapieno pare una cosa facilissima, i primi che ci riescono si divertono un mondo. Mattia li segue in questo gioco che si trasforma in tragedia. E lotta, questo giovane atleta, nel giorno del suo compleanno, per sconfiggere la morte.

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