Piazza di Spagna, Barcaccia “ingabbiata”
partono i lavori di restauro della fontana

Piazza di Spagna, Barcaccia “ingabbiata” partono i lavori di restauro della fontana
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Venerdì 25 Ottobre 2013, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 00:13

Con la consegna dell'area e l'allestimento del cantiere partito l'intervento di restauro della Fontana della Barcaccia in piazza di Spagna, a Roma, realizzata da Pietro Bernini nel 1626-1629. A causa dello stato di degrado in cui versa il monumento, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ha deciso di includere l'intervento tra quelli prioritari, inserendolo nell'ambito del progetto di Concessione di spazi pubblicitari sulle Fontane monumentali di Roma che, oltre alla Barcaccia, prevede anche il restauro delle fontane del Tritone in piazza Barberini, dell'Acqua Paola in Piazza Trilussa e dei Leoni in piazza del Popolo.

L'intervento sarà realizzato dalla Urban Vision Srl, che si è aggiudicata uno dei due bandi promossi dalla Sovrintendenza Capitolina per il restauro delle fontane monumentali di Roma, con fondi provenienti dall'esposizione pubblicitaria sulle recinzioni di cantiere (durata della pubblicità 8 mesi). La Società ha affidato i lavori alla Tecnicon Srl, ditta specializzata nel restauro delle superfici lapidee. Il restauro, coordinato da un Ufficio di Vigilanza costituito da tecnici della Sovrintendenza Capitolina, terminerà nel giugno 2014 e ha un costo complessivo di 209.960 euro. Collocata in una delle piazze più celebri e frequentate di Roma, la fontana è spesso oggetto di uso improprio da parte dei numerosi visitatori. Restaurata una prima volta nel 1986, a venti anni esatti dall'ultimo intervento conservativo di rilievo, seguito da alcune manutenzioni, attualmente è in cattivo stato conservativo non solo a causa delle consuete problematiche riscontrabili nelle opere collocate all'aperto ma anche per la presenza costante dell'acqua che, lambendo gran parte delle superfici, favorisce il deposito di calcare e la formazione di agenti biologici. Le superfici di marmo risultano interessate da incrostazioni calcaree, particolarmente consistenti nelle zone di scorrimento e di deposito dell'acqua e da alterazioni cromatiche, dovute agli ossidi di ferro e alle patine di natura biologica. L'intervento di restauro prevede le seguenti operazioni: disinfezione e pulitura delle superfici per la rimozione delle formazioni biologiche e delle incrostazioni calcaree; consolidamento; rimozione delle stuccature non idonee e non più funzionali; stuccatura delle mancanze e delle fessurazioni; applicazione di un protettivo finale; impermeabilizzazione delle vasche; revisione dell'impianto idrico; sistemazione della pavimentazione in sampietrini che circonda la fontana.

Posta ai piedi di Trinità dei Monti, la fontana deve il nome di Barcaccia alla particolarità della sua forma, ispirata alle imbarcazioni mercantili che risalivano il Tevere per attraccare al vicino porto di Ripetta. La posizione interrata della vasca rispetto alla piazza fu determinata dalla scarsa pressione delle condutture dell'acquedotto Vergine che la alimenta. Commissionata dal pontefice Urbano VIII Barberini (1623-1644), la fontana fu realizzata interamente in travertino nel 1626-29 da Pietro Bernini, architetto dell'Acqua Vergine, con il probabile contributo del figlio Gian Lorenzo e la collaborazione dello scalpellino Battista Bancozzi. Collocata al centro di una bassa vasca ovale, l'imbarcazione raccoglie l'acqua che fuoriesce da due grandi soli (emblema araldico della casata Barberini), collocati internamente allo scafo, e da un piccolo catino centrale. L'acqua, straripante dai fianchi della barca, è raccolta nella vasca sottostante dove confluiscono anche i getti delle quattro bocche di cannone poste simmetricamente all'esterno della prua e della poppa. Completano la decorazione dello scafo i due grandi stemmi di papa Urbano VIII, con le api, altro simbolo della nobile famiglia. La fontana, ripetutamente utilizzata nel corso dei secoli per la creazione di «macchine» sceniche in occasione di feste e celebrazioni, fu restaurata già nel Settecento, agli inizi dell'Ottocento e quindi negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.

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