Affittava appartamenti e auto lussuose: «Papà è onorevole» e poi non pagava

Una scena del film Totò'truffa
di Michela Allegri
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Lunedì 28 Aprile 2014, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 13:57
E' un amante della bella vita, Giuseppe Sciascia: abituato a scorrazzare per le strade di Roma a bordo di automobili con conducente, e avvezzo a risiedere in appartamenti di lusso, nel pieno centro della Capitale. Peccato che, a quanto sembra, sia un vero e proprio truffatore, che salda i conti con assegni scoperti dopo avere ammaliato le sue vittime presentandosi come regista e produttore cinematografico di successo e spacciandosi, a torto, come figlio di un onorevole: Salvatore Sciascia, eletto senatore nelle fila del Popolo della Libertà e passato a Forza Italia nel novembre del 2013. Dopo essere stato denunciato e indagato per truffa, Giuseppe Sciascia finirà presto a processo: il pm Maria Cordova ha appena firmato una richiesta di citazione diretta a giudizio nei suoi confronti. Secondo il magistrato, l'imputato avrebbe usufruito del servizio di noleggio auto con conducente, facendosi accompagnare in lungo e in largo per la città, accumulando debiti per circa 3200 euro. Al momento di pagare, avrebbe consegnato ricevute di bonifici costantemente annullati dalle banche.



BELLA VITA

Ma non è tutto: Sciascia avrebbe anche preso in affitto un appartamento in via dei Cappellari, a due passi da Campo de' Fiori. Avrebbe abitato lì per circa un mese. Ma anche in questo caso, sarebbe sparito nel nulla senza sborsare nemmeno un centesimo. A quanto sembra, dopo avere abbandonato l'immobile vicino a Campo de' Fiori si sarebbe spostato presso il Pantheon Royal Suite in Piazza della Rotonda. La prima denuncia nei confronti di Sciascia risale al 22 novembre 2012: un Ncc racconta agli inquirenti di essere stato beffato da un uomo che ha usufruito del servizio di noleggio autovettura con autista pagando con una serie di bonifici regolarmente annullati dalla banca di provenienza. La seconda denuncia, invece, è del 15 aprile 2013: è il turno del proprietario di un appartamento in via dei Cappellari, destinato ad attività di ricezione turistica. E' 17 gennaio dello stesso anno quando Sciascia chiede di potere affittare l'immobile per un lungo periodo. Durante un incontro con il proprietario, l'imputato si presenta come figlio dell'onorevole Salvatore Sciascia, afferma di lavorare come produttore cinematografico e di stare preparando un cortometraggio con la partecipazione di un attore del calibro di Raul Bova. Il 21 gennaio, Sciascia comunica di avere effettuato il primo versamento, ma il bonifico risulta scoperto. L'imputato, quindi, si offre di corrispondere l'intera cifra in contanti o attraverso un assegno, ma da quel giorno trova una marea di scuse per posticipare il pagamento.



LE SCUSE

Prima, dicendo di essere in ospedale a causa di una colica, poi, sostiene di essere malato. Il 6 febbraio, finalmente, Sciascia consegna un assegno da 3000 euro, che, come da copione, risulta scoperto. Il 20 febbraio all'imputato viene intimato di liberare l'appartamento e il proprietario chiede con insistenza un incontro per la restituzione delle chiavi. Sciascia, però, non solo non si presenta, ma sparisce nel nulla.
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