Torpignattara, arrestato il padre del ragazzo che uccise a pugni un pakistano: «Lo incitava dalla finestra»

Torpignattara, arrestato il padre del ragazzo che uccise a pugni un pakistano: «Lo incitava dalla finestra»
3 Minuti di Lettura
Martedì 14 Ottobre 2014, 17:45 - Ultimo aggiornamento: 19:40

«Picchialo...ammazzalo». Questo urlava il padre del 17enne che fu arrestato a Torpignattara, periferia di Roma, dopo avere ucciso a botte un pachistano.

L'uomo 40 anni, ha urlato così dal balcone per istigare il figlio: un modo per «punire» quell'immigrato che ubriaco infastidiva i passanti con urla e schiamazzi. Prima ancora, sempre dal balcone, lo aveva pesantemente insultato e gli aveva lanciato contro una bottiglia. Ma non solo, quando il figlio ha massacrato ed ucciso l'immigrato con calci e pugni alla testa, lasciandolo a terra, ha minacciato i testimoni di tenere la bocca chiusa. E per giustificare quanto era avvenuto si è inventato che l'immigrato aveva sputato contro il figlio e questi si era difeso dandogli un solo pugno.

Oggi l'uomo è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di concorso in omicidio volontario.

Il figlio è già in cella. L'omicidio di Khan Muhammad Shahzad, un senza fissa dimora ma regolare sul territorio italiano, avvenne il 18 settembre scorso in via Lodovico Pavoni, nel quartiere romano di Torpignattara, con una grande presenza di extracomunitari. La misura cautelare è stata emessa sulla base delle testimonianze acquisite e degli accertamenti del Nucleo Investigativo dei carabinieri. Lo ha deciso il Gip presso il Tribunale di Roma G. Guglielmi, su richiesta del Sostituto Procuratore Mario Palazzi della Procura della Repubblica di Roma. Il figlio 17 enne era stato arrestato nell'immediatezza dei fatti all'epoca per omicidio preterintenzionale, poi trasformatosi in volontario.

Il 19 settembre mancavano pochi minuti a mezzanotte, quando il 17enne stava rincasando insieme con un amico, passeggiando lungo via Ludovico Pavoni. Sulla loro strada c'era anche Khan Muhammad Shantad, visibilmente ubriaco, tanto da molestare i passanti. Il giovane si difese dicendo ai carabinieri che l'immigrato gli aveva sputato e che lui gli aveva solo dato un pugno. Ma la sua versione era molto diversa da quella di alcuni testimoni che agli investigatori raccontarono di averlo visto sferrare una serie di calci e pugni. A conferma della veridicità del racconto dei testimoni, anche gli esiti dell'autopsia, da cui sono emersi segni evidenti di violente percosse.

Il caso suscitò scalpore anche perchè gli abitanti del quartiere organizzarono manifestazioni di solidarietà per il 17enne, nato e cresciuto a Torpignattara, che ricevette appoggio anche da molti giovani sui social network. «Non sei solo, siamo tutti con te» recitava uno striscione affisso in strada e sul web qualcuno si spinse a commentare: «hai fatto bene, fuori uno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA