Roma, crivellato di colpi sulla porta di casa: omicidio a Casalotti

L'entrata del comprensorio dove è avvenuto l'omicidio (Foto Rizzo/agenzia Toiati)
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Giovedì 23 Gennaio 2014, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 20:44

Omicidio a sangue freddo a Casalotti. Una vera e propria esecuzione stile mafioso nella quale caduto un uomo agli arresti domiciliari.

La vittima, Roberto Musci, 33 anni, agli arresti domiciliari per alcuni reati legati alla pubblica amministrazione, è stato chiamato in strada da una persona, in via Giuseppe Lazzati. Ma non appena è uscito dal portone è stato freddato con diversi colpi di pistola.

L'assassino si è presentato davanti alla casa della vittima a bordo di uno scooter, dicendo di essere un ufficiale giudiziario, prima di aprire il fuoco. A riferirlo sono alcuni testimoni che avrebbero visto il killer del giovane ucciso. L'uomo sarebbe poi scappato a bordo di uno scooter bianco.

Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri. Gli investigatori stanno ora ascoltando i condomini delle villette vicine alla casa della vittima nella speranza di raccogliere elementi e indizi utili alle indagini e alla ricerca del killer.

Dalle prime indiscrezioni, i carabinieri che stanno procedendo alle indagini avrebbero già acquisito alcuni filmati delle telecamere a sorveglianza del comprensorio dove è avvenuto l'omicidio. Dai video si vede chiaramente un uomo fuggire su uno scooterone bianco guidando come un pazzo.

I precedenti Nel 2007 Musci venne arrestato per acquisto, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, insieme ad altre 11 persone. Una banda di “insospettabili” che si arricchivano con la droga. Tutti avevano tenori di vita assolutamente inspiegabili rispetto alla loro vita “ufficiale”. Secondo l'accusa, Musci, era a capo del sodalizio, provvedeva all'acquisto della sostanza stupefacente e del materiale da taglio, degli strumenti di pesatura, confezionamento e miscelamento e alla contabilità degli incassi con riscossione dei crediti nei confronti dei tossicodipendenti. Musci in particolare effettuava consegne dello stupefacente agli acquirenti e curava la riscossione dei pagamenti anche mediante minacce nei confronti dei ritardatari.

Il fratello Marco giustiziato al Trullo Roberto era il fratello di Marco Musci, detto "Sgambuccio", giustiziato al Trullo nel 2009 con 7 colpi al corpo e uno alla testa. L' assassino Giorgio Stassi, anche lui con un passato di arresti, denunce, scarcerazioni confessò. «L' ho ammazzato perché tormentava mia figlia erano stati insieme, poi si erano lasciati ma lui non le dava pace, la insidiava, la picchiava, non la lasciava vivere».

Roberto salvò una ragazza dal tentato stupro di un romeno Roberto era ricordato fra le gente del posto per avere salvato nell'ottobre del 2006 una ragazza da un romeno che aveva cercato di stuprarla. Dopo quell'episodio, e dopo una sparatoria notturna in via del Trullo, una trentina di ragazzi diede fuoco ad un bar proprio a via Monte delle Capre dove gli avventori erano per la maggior parte romeni. Un bruttissimo episodio a sfondo razziale che ebbe un grande risalto nelle cronaca. Il bar dove si scatenò la caccia all'immigrato era a pochi metri dal posto dove il fratello Marco venne ucciso a revolverate.