Lo prima sezione Ter del Tar del Lazio ha eseguito una ricognizione della normativa comunitaria e nazionale e della giurisprudenza costituzionale e di legittimità, concludendo che l'attuale disciplina nazionale non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei registri dello stato civile; tuttavia, l'annullamento di trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all'estero, può essere disposto solo dall'Autorità giudiziaria ordinaria.
Il Ministero dell'Interno e le Prefetture, quindi, non hanno il potere di intervenire direttamente, annullando le trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all'estero.
La replica del Viminale
In merito alla pronuncia del Tar del Lazio sulle nozze gay il ministero dell'Interno fa sapere di aver sempre coerentemente garantito il quadro normativo attuale in materia di stato civile che non consente di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, nè di trascrivere quelli celebrati all'estero. Le notizie sulla pronuncia del Tar Lazio, secondo il ministero, confermano tale principio, così come recentemente anche la sentenza della Corte di Cassazione del febbraio 2015. Le restanti questioni esaminate dal Tar Lazio, aggiunge il ministero, saranno oggetto di successivo approfondimento nelle sedi giudiziarie competenti.
Il commento di Marino
Nessuna sorpresa per il sindaco di Roma, Ignazio Marino. «Avevo sempre affermato che, pur non essendo un esperto di giurisprudenza, sul caso delle normative nazionali e comunitarie fosse di fatto un dovere del sindaco trasmettere il documento di un'unione avuta all'estero di due persone della propria città - ha dichiarato - Quanto accaduto con il Tar, per me non è una sorpresa».
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