Roma e tangenti, prefetto: «Tre ipotesi». Cantone: «L'associazione mafiosa c'è»

Roma e tangenti, prefetto: «Tre ipotesi». Cantone: «L'associazione mafiosa c'è»
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Domenica 7 Dicembre 2014, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 08:20

Il prefetto si prepara a inviare in Campidoglio gli ispettori prefettizzi che si affiancheranno a quelli dell'autorità anti corruzione guidati da Raffele Cantone. Ma dal Comune affermano che la momento ancor anon si sono visti.

Il prefetto sta studiando tre ipotesi di intervento per il Comune di Roma. «Dopo la valutazione delle carte dell'inchiesta -spiega il prefetto Pecoraro che prima di tutto deve comunque riferire al ministro dell'Interno - si potrebbe procedere o con un accesso agli atti, o allo scioglimento oppure con una terza via, che prevede di non intervenire essendo in corso l'attività giudiziaria».

«La novità di questa inchiesta - spiega al Sole 24 Ore il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone - sta nel fatto di aver ipotizzato la corruzione come fatto prevalente nel caratterizzare l'associazione mafiosa rispetto al momento intimidatorio che rimane comunque indispensabile, e in questo caso a me sembra che l'intimidazione ci sia.

Quindi, a legislazione vigente - aggiunge - la presenza di un contesto intimidatorio qualifica l'organizzazione criminale per quella che è». Secondo il magistrato «da questa inchiesta romana emerge una classe politica completamente subalterna alle lobby affaristiche e criminali».

Mafia tutt'altro che estinta. Cantone si dice d'accordo con il procuratore nazionale antimafia sull'inserire anche la corruzione nelle previsioni del 416 bis. «Concordo a inserirla fra le possibili modalità tipiche ma non in sostituzione dell'intimidazione, perchè l'articolo 416 bis evidenzia un meccanismo che allo stato è ancora vitale. Anche perchè la tipologia classica di organizzazioni mafiose è tutt'altro che estinta».

Nessuna task force a Roma. Cantone spiega che «non c'è nessuna task force» inviata a Roma. «Ho risposto a una sollecitazione del sindaco Ignazio Marino il quale mi aveva segnalato che ci potevano essere gare sospette. Ho risposto che faremo le verifiche del caso e se ci sono le condizioni procederemo con i commissariamenti».

Marino: «Comune si costituirà parte civile». «Per quanto riguarda tutto ciò che è stato sottratto il Comune si costituirà parte civile perchè vogliamo che quei soldi tornino indietro alla città». Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino in diretta all'Arena di Raiuno. «Spero che Pignatone metta queste persone in prigione e poi butti le chiavi» ha aggiunto.

Il sindaco, a margine della "Factory365", la convention dei giovani dem a Roma, ha ribadito: «Il Comune è sano, la stragrande maggioranza dei dipendenti sono persone perbene come anche la mia giunta. In questo momento non credo ci sia il pericolo di infiltrazione mafiosa nell'amministrazione».

«Io posso dare un giudizio da sindaco, non tecnico - ha aggiunto - Non è ancora iniziata la valutazione da parte del Prefetto delle carte. Credo sia fuori Roma, rientrerà nei prossimi giorni».

Poi Marino ha concluso: «Volevo fortemente entro la settimana appena conclusasi si arrivasse alla votazione per costituire il nuovo ufficio di presidenza dell'Assemblea capitolina e lo abbiamo fatto. La settimana prossima, e già in queste ore lo sto facendo, mi dedicherò a riflettere su come ricostituire il lavoro amministrativo con decisioni importanti come la rotazione dei dirigenti e certamente riallocando alcuni dei talenti che ho nella giunta e, in alcuni casi, portando all'interno della giunta delle nuove figure».