Ragazza morta sul lago di Bracciano: nuove accuse all’ex di Federica

Federica Mangiapelo
di Cristina Gazzellini e Valeria Riccioni
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Giovedì 13 Febbraio 2014, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 23:53
Si aggrava la posizione processuale di Marco Di Muro, ex ragazzo di Federica Mangiapelo, la sedicenne trovata senza vita sulla spiaggia di Vigna di Valle, lungo il lago di Bracciano, nel novembre del 2012. Ieri mattina, al termine di un’udienza al Tribunale di Civitavecchia, il cameriere, unico indagato nel giallo (la giovane non aveva alcun segno di violenza e morì per una miocardite), si è visto cambiare il capo di imputazione su richiesta del pubblico ministero: da omissione di soccorso ad “abbandono di incapace con conseguenza il decesso del soggetto”. La trasformazione dell’accusa - un fatto molto tecnico - arriva in attesa della perizia che potrebbe rivelarsi la vera chiave di volta per fare luce su quanto accaduto nella notte di Halloween e per chiarire il ruolo di Di Muro. Il parere degli esperti nominati dai giudici dovrebbe arrivare entro un mese dopo la richiesta del gip durante l’udienza preliminare. Gli incaricati sono un medico, un tossicologo e un chimico. Marco di Muro, secondo la ricostruzione dalla Procura, era con Federica quella sera sul lago. Se fosse rimasto con la sedicenne - è qui che ruota il processo - avrebbe potuto evitarne il decesso? O in ogni caso la patologia di cui la giovane soffriva non avrebbe comunque consentito al fidanzato di fare nulla? Interrogativi ai quali i tre specialisti dovrebbero poter rispondere incidendo sul capo di imputazione.



LE STRATEGIE

L'avvocato di Di Muro, Francesco Sciortino, ieri ha chiesto al giudice il rito abbreviato. Contemporaneamente il pubblico ministero, Andrea Rubolino (che ha ereditato il fascicolo dalla collega Margherita Pinto e che ieri aveva chiesto anche un rinvio del processo per aspettare gli esiti della perizia) ha cambiato il capo di imputazione da omissione di soccorso appunto a abbandono di incapace. C’è ovviamente una schermaglia processuale in corso tra le parti. Se il giudice monocratico avesse accolto la richiesta dell'avvocato di De Muro del rito abbreviato, l'imputato sarebbe stato giudicato per il reato minore, ovvero l'omissione di soccorso. Una giudizio che una volta emesso non si sarebbe potuto più modificare anche nel caso la nuova perizia porti alla luce elementi diversi. «Il Pm ha modificato il capo di imputazione e ha contestato il reato di abbandono di persona minore o incapace cui è susseguita la morte - commenta l'avvocato Andrea Rossi, legale di Rosella, la mamma di Federica - in conseguenza della nuova imputazione, il reato è ora di competenza della corte di Assise e quindi il giudice ha restituito gli atti al Pm perchè proceda ad una nuova richiesta di rinvio a giudizio. Per noi è un passo avanti verso la verità». Soddisfatto anche Francesco Pizzorno, legale di Luigi Mangiapelo, il papà di Federica. «Condividiamo - ha detto all'uscita del tribunale di via Terme di Traiano - la posizione della procura, che ha operato bene individuando un nuovo capo di imputazione. Siamo fiduciosi sulla possibilità che dal processo emerga la realtà dei fatti e si possa fare luce su quanto accaduto».



«NON CAMBIA NULLA»

«Per noi non cambia nulla - è invece il commento invece dell'avvocato Francesco Sciortino, che ieri rappresentata Marco Di Muro al posto del collega - vedremo questo nuovo provvedimento, lo esamineremo nei suoi aspetti processuali. In ogni caso, per quanto riguarda la posizione del mio assistito non ci sono mutamenti, lui continua a dichiararsi estraneo alla morte di Federica, come ha sempre fatto fin dall'inizio. D’altronde la prima perizia è molto chiara sulle cause del decesso». «Tutto questo vuol dire che le nostre parole sono state ascoltate - prosegue il papà della giovane - Un anno e due mesi fa, dicevo questo: io ho lasciato mia figlia minorenne nelle mani di Di Muro e non me l'ha riportata a casa. Il pm mi dà ragione». Marco Di Muro, unico indagato sin dal primo novembre 2012, non era in aula.
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