Roma, gay aggredito in discoteca: «Mi hanno picchiato e insultato»

Le ferite sul corpo di Angelo
di Marco Pasqua
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Venerdì 27 Febbraio 2015, 09:49 - Ultimo aggiornamento: 14:23

​Picchiato in pista, a notte fonda, senza alcun motivo apparente. Ferito in più parti del corpo, con tanto di ossa del naso rotte. Un’aggressione a freddo, avvenuta all’interno del Qube, durante una serata di Muccassassina. A denunciarla, con un post sul proprio profilo Facebook, è Angelo Gerardo Leggieri, un performer che era lì in compagnia di un’amica. Il fatto, che sarà segnalato alle forze di polizia (la vittima chiederà ad un avvocato di preparare l’esposto) è avvenuto il 18 febbraio, nella sala house, al terzo piano del locale, durante la festa di martedì grasso. Il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, che organizza la serata, si è da subito attivato per arrivare ad identificare i protagonisti dell'aggressione. «Erano in sei, sette, un paio saprei riconoscerli», racconta oggi Angelo, che è ancora sotto choc.

«Quella sera ero vestito da mago, con un costume molto appariscente – racconta il ragazzo sulla sua pagina Facebook, sulla quale sta ricevendo decine di attestati di solidarietà - parecchia gente mi fermava per fare foto con me. Mentre stavamo per fare una foto, un ragazzo, che non avevo mai visto prima, mi ha rubato la bacchetta che faceva parte del costume.

Mi sono girato per riprendermela ma dopo essermi rimesso in posa me l'ha di nuovo strappata dalle mani». Angelo, sempre più infastidito, si gira per riprenderla, ma a quel punto un altro ragazzo dello stesso gruppetto gli toglie gli occhiali e un altro gli rompe la bacchetta in testa. «Mi sono girato di nuovo verso di lui e mi sono ripreso la bacchetta a forza: a quel punto questo ragazzo ha cominciato a mettermi le mani addosso e mi sono difeso allontanandolo con una spinta. Un altro ragazzo che non conoscevo è intervenuto dandomi un pugno, per difendermi l'ho afferrato per il collo e trattenuto appiccicandolo alla porta all'angolo dell'uscita, urlando a chi era intorno a me di chiamare la sicurezza».

Il peggio deve ancora arrivare. «A questo punto altre persone (non so esattamente quante) mi sono arrivate alle spalle dandomi pugni in testa e anche gli altri due hanno ricominciato a colpirmi. Da quel momento in poi ho cercato di difendermi come meglio potevo ma erano decisamente troppi che mi colpivano da tutti i lati. La mia amica, che voleva venire in mio aiuto, è stata bloccata da uno di loro che l'ha trattenuta stringendola con le braccia, mentre lei cercava di liberarsi dalla presa e continuava a guardare il tizio della sicurezza con una chiara espressione di richiesta d'aiuto, urlando anche in arabo, che è la sua lingua». «Io sono stato colpito ripetutamente, strattonato, sono volati insulti come frocio di merda e araba di merda.... nel frattempo alcuni di loro hanno fatto spazio in pista dove mi hanno spinto per terra per continuare a colpirmi”.

Gli aggressori, finito il pestaggio, si sono poi confusi tra la folla, ma Angelo è riuscito a segnalarli alla sicurezza, che ne ha individuato uno, allontanandolo dal locale. Ma un altro degli esagitati è tornato a scagliarsi contro il giovane: «Mi ha colpito alla testa per poi dileguarsi. Due uomini della sicurezza si sono avvicinati, ho riferito loro di essere stato colpito e mi hanno solo consigliato di andare a ballare dall'altro lato della sala, senza fare altro».

Angelo decide di rimanere nel locale, ha paura di uscire fuori e incontrare i suoi aggressori; così chiede di essere accompagnato nel privé, dove viene scortato dagli uomini della sicurezza. «Siamo rimasti nel privè fino a fine serata, per evitare di incontrare fuori quello che credo sia stato fatto uscire, anche se non ho la certezza che questo sia avvenuto. Verso le 4.30 siamo scesi in pista a cercare qualcuno dei nostri amici per andare via, ho visto di nuovo l'ultimo ragazzo che mi aveva colpito, ho avvisato la sicurezza, ma non sono intervenuti in nessun modo, anzi, uno dei due, che era quello che aveva visto tutto all'inizio, ridacchiando mi ha detto: 'Perché? Che ti hanno fatto?'... a quel punto siamo andati a recuperare le giacche al guardaroba e abbiamo lasciato il locale. Fortunatamente all'esterno non è successo nulla».

Il giorno dopo, Angelo si è rivolto al pronto soccorso, dove gli sono stati riscontrati un trauma cranico e facciale con frattura delle ossa del naso, contusioni ecchimotiche puntiforme multiple del volto: la prognosi è di 20 giorni. L’amica, invece, è stata refertata con una prognosi di 5 giorni.

La vittima del pestaggio, ora, lancia anche un appello agli eventuali testimoni dell'accaduto: «Ho bisogno dell'aiuto di qualsiasi persona abbia visto qualcosa durante la serata, fatto foto, video o altro. A quanto pare la sicurezza non è tenuta né a chiamare le autorità né a identificare gli aggressori»

Dal Mario Mieli, intanto, viene fatto notare che la sicurezza - come sempre avviene nei casi di risse o, comunque, situazioni di tensione - è intervenuta prontamente per separare il gruppo di persone. E che, da subito, si è attivata per arrivare ad identificare tutti i responsabili (processo che è tutt'ora in corso). «La sicurezza, che è del locale, è presente in tutte le sale ed è preparata a gestire ogni tipo di situazione», viene fatto notare.

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