Tagli, il Pd detta la linea al Campidoglio
Previste dismissioni e mobilità

Tagli, il Pd detta la linea al Campidoglio Previste dismissioni e mobilità
di Mauro Evangelisti
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Domenica 2 Marzo 2014, 09:24
Blocco delle assunzioni nelle municipalizzate. Trasferimento dei dipendenti in esubero di Atac e Ama dove servono davvero, ad esempio negli uffici aperti al pubblico dei Municipi, da sempre in sofferenza.

Cessione o chiusura delle società controllate, che costano e a volte perdono molti soldi, con la messa in mobilità del personale dove è necessario. Ecco alcuni esempi delle misure che il Pd chiederà al sindaco Ignazio Marino per il piano di rientro triennale dal debito che il Salva-Roma impone al Campidoglio. La strada del doppio commissariamento sembra ormai tracciata: c’è quella che parte dall’alto, dal Governo, con la norma inserita nel decreto che impone al Comune non solo di presentare entro 60 giorni il piano di rientro, ma anche di sottostare a un esame del Ministero dell’Economia e del Parlamento.



In questo caso, il ruolo del sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, sarà decisivo, visto che di fatto è una sorta di commissario sul Salva-Roma. Ma c’è anche un commissariamento che parte dal Pd romano e che in sintesi dice a Marino: ti abbiamo aiutato, ti abbiamo salvato, abbiamo sopportato la tua inaccettabile sfuriata, se vuoi ancora il nostro sostegno ora devi scrivere insieme al Partito democratico il piano di rientro, perché anche da questo si capisce che hai imparato la lezione. Certo, Lionello Cosentino, segretario romano e politico di lungo corso, non userebbe mai un linguaggio tanto ruvido. Ma lui stesso dice: «In questo momento non ci interessa il rimpasto, ma vogliamo lavorare con il sindaco Marino al risanamento della Capitale. In questo ci aiuterà anche Legnini».



Cosentino nelle ultime ore si è sentito con Marino ma anche con l’assessore al Bilancio Daniela Morgante. In questi sessanta giorni, di fatto, si deciderà il futuro dell’amministrazione Marino: se non accetta di essere aiutato dal Partito democratico, dopo le elezioni europee si andrà al big bang.



Cosa propone il Partito democratico per il piano di rientro, tenendo conto che il Governo impone una severa spending review ad esempio sulle municipalizzate? Ormai c’è la consapevolezza che non si possono più chiudere gli occhi. Esempio: le 21 società controllate. Il Pd dirà al sindaco: andiamo a vedere quali svolgono realmente un servizio pubblico. Risorse per Roma serve? Se non serve, chiudiamola, portiamo internamente alcune funzioni e parte del personale, e tagliamo il resto, anche l’ottanta per cento dei dipendenti. Farmacap, caso più unico che raro di farmacie in perdita (362 dipendenti, indebitamento totale per 35 milioni di euro). Anche qui meglio vendere. «Secondo me - ha detto Cosentino - prima però è necessario prevedere una commissione d’inchiesta e individuare i responsabili di questo disastro».



Stesso discorso si può fare per Assicurazioni di Roma o per Zétema (del quale comunque andranno tutelati quei servizi di utilità pubblica che garantisce). C’è poi la montagna degli organici dei colossi come Atac e Ama. Solo un esempio: l’azienda dei trasporti ha 11.882 dipendenti, l’Ama oltre 7.800. Una delle strade da seguire sarà quella dei trasferimenti: se nelle municipalizzate sono troppi, allora spostiamo i dipendenti dove servono, ad esempio negli uffici aperti al pubblico dei municipi, sa sempre in sofferenza.



E la cessione delle quote di Atac e Ama? Tenendo conto dell’indebitamento delle due aziende, nel Pd c’è chi osserva che il problema vero sarebbe trovare qualcuno disposto ad acquisirle. Però sul tavolo di Marino saranno portati esempi di altre città, come Modena, dove l’azienda dei trasporti pubblica gestisce il servizio insieme alla francese Ratp (la società che gestisce la metropolitana di Parigi). Ecco allora l’idea di utilizzare lo stesso modello, coinvolgendo Ferrovie e Moretti.

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