«Quelle frane si potevano evitare». Indagato dirigente del Comune per cedimenti Panoramica e Olimpica

«Quelle frane si potevano evitare». Indagato dirigente del Comune per cedimenti Panoramica e Olimpica
di Adelaide Pierucci
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Sabato 7 Giugno 2014, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 10:38

Secondo la procura di Roma, la frana di Monte Mario poteva essere evitata. Cos adesso, i pm accusano il Comune per gli smottamenti lungo la Panoramica e l'Olimpica. Il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e il sostituto Pietro Pollidori, che avevano aperto un fascicolo sui crolli di febbraio, ieri, hanno iscritto sul registro degli indagati per il reato di frana colposa il nome del responsabile dell'Unità operativa manutenzione delle strade del Campidoglio, l'ingegnere edile Fabrizio Mazzenga. Secondo quanto emerso dai primi passi dell'inchiesta, se il Comune, e per suo conto i top-manager competenti, avessero compiuto interventi di manutenzione in un'area nota per i rischio geologico, le frane si sarebbero potute evitare. Il pericolo per la popolazione, infatti, è stato altissimo. Ancora oggi gli automobilisti ne pagano le conseguenze tra vie chiuse, deviazioni e lavori a singhiozzo.

GLI INTERROGATORI

Sulla scrivania del pm Pollidori è arrivata, nei giorni scorsi, un’informativa della Guardia Forestale che illustra la gravità degli smottamenti causati dal nubifragio del 31 gennaio scorso e del temporale del 7 febbraio. Dalle verifiche è emerso che da anni anni il Comune non procedeva ad opere di manutenzione nell'area. Per chiarire la situazione, sono stati sentiti dagli investigatori, su delega del magistrato, anche alcuni funzionari comunali, oltre il responsabile della manutenzione delle strade. Tutti avrebbero respinto le responsabilità, sostenendo che gli interventi sono stati limitati «per la mancanza di fondi». A giorni, però, gli stessi tecnici potrebbero essere riconvocati a Piazzale Clodio per essere interrogati direttamente dai pm.

L'ipotesi di frana colposa è supportata dal fatto che, non soltanto il Comune non si sarebbe attivato sul fronte della manutenzione ma, anche dopo la lo smottamento del 31 gennaio, non avrebbe predisposto la chiusura della Panoramica per Monte Mario. Tanto che, il 7 fabbraio, quando si è verificata la seconda frana, la strada era aperta ed è stata sfiorata la tragedia. In quella occasione, il fronte era largo quasi centocinquanta metri e ha riversato tonnellate di terra nel tratto che collega piazzale Clodio a Monte Mario, rendendo necessaria l’evacuazione di tre palazzine.

IL PERICOLO

Secondo l’atrticolo del codice ipotizzato dalla procura a carico di Mazzenga «chiunque cagiona un'inondazione o una frana, ovvero la caduta di una valanga, è punito con la reclusione da cinque a dodici anni». Un reato definito anche di disastro, intendendosi per disastro un avvenimento di notevole entità che pone in pericolo l'incolumità pubblica.

Il Codacons, che subito si era mosso per denunciare i disagi sulla cittadinanza a seguito del maltempo, nei giorni scorsi aveva depositato richiesta di costituzione di parte offesa nel procedimento aperto dalla procura. «Il terreno perde in molti punti, gli scarichi fognari non reggono» si legge sull'atto di costituzione. «C'è già una predisposizione del terreno all'instabilità, e le pesanti modifiche del territori hanno stravolto la geologia dei luoghi. Senza un controllo».

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