Il Papa apre il sinodo dei vescovi sferzando i padri sinodali. Basta con questo clima di derby tra progressisti e conservatori, tra fautori di aperture verso la pastorale famigliare e difensori della dottrina esistente: “Le Assemblee sinodali non servono per discutere idee belle e originali, o per vedere chi è più intelligente. Servono per coltivare e custodire meglio la vigna del Signore, per cooperare al suo sogno, al suo progetto d’amore sul suo popolo. In questo caso, il Signore ci chiede di prenderci cura della famiglia, che fin dalle origini è parte integrante del suo disegno d’amore per l’umanità”.
La strigliata risuona a san Pietro.
Il dibattito a porte chiuse andrà avanti per 15 giorni, due volte al giorno. Al termine verrà votato un documento propositivo (non vincolante) che sarà inviato a tutte le conferenze episcopali assieme ad un piccolo questionario. I risultati saranno esaminati l'anno prossimo alla seconda parte del Sinodo per la famiglia. Solo in quella occasione il Papa saprà con certezza quale è l'orientamento maturato dalla Chiesa in merito a coppie divorziate risposate, contraccezione, matrimoni misti. Spetterà a lui l'ultima parola decisiva: se aprire o meno la porta ad importanti novità, magari ritoccando la dottrina, oppure no. Per il momento si è messo in ascolto convinto che sia la cosa migliore da fare. Poi si vedrà.
La strategia attendista di Papa Bergoglio non gli impedisce però di lanciare appelli ai padri sinodali, esortandoli a essere meno litigiosi, meno arroccati sulle proprie posizioni. “La tentazione della cupidigia è sempre presente. Cupidigia di denaro e di potere. E per saziare questa cupidigia i cattivi pastori caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili che loro non muovono neppure con un dito. Anche per noi ci può essere la tentazione di “impadronirci” della vigna, a causa della cupidigia che non manca mai in noi esseri umani. Il sogno di Dio si scontra sempre con l’ipocrisia di alcuni suoi servitori” ha detto il Papa, proseguendo così: “Noi possiamo frustrare il sogno di Dio se non ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo. Lo Spirito ci dona la saggezza che va oltre la scienza, per lavorare generosamente con vera libertà e umile creatività”. Esattamente come dicono le scritture, ha aggiunto, non bisogna fare come quei contadini che vogliono rovinare il progetto di Dio “non facendo il proprio lavoro ma pensando solo ai propri interessi”.