Giovane prete, le foto d'epoca lo ritraggono accanto a Pio XII tra le macerie nel quartiere San Lorenzo, dopo il bombardamento alleato sulla Città Eterna. Prete dal 1940, era vescovo dal 1956 e cardinale dal '91. Con la sua morte nel collegio cardinalizio - i cui componenti per le norme della Chiesa devono essere incardinati nella diocesi di Roma - non c'è più neppure un porporato che sia nato nella Città Eterna.Per quindici è stato assistente ecclesiastico nazionale. Da alcuni giorni era stato ricoverato in una clinica romana, anche il Papa lo aveva ricordato.
Del porporato si ricorda anche un'altra fede, quella calcistica per la Roma, che lo metteva in ontrapposizione amichevole con le porpore laziali, in Vaticano.
Il porporato è stato un grande amico di Giulio Andreotti. E in un'occasione ebbe modo di esprimere tutto il suo orgoglio per questa amicizia: «ne sono sempre stato fiero». Un'amicizia che il porporato ha sempre difeso. Un giorno papa Wojtyla andò da Angelini e gli chiese il perchè della bufera che si era abbattuta su Andreotti. Angelini, come raccontò poi ad Avvenire, rispose: «Padre Santo, penso che tutto questo gli accada per tre ragioni: per la sua posizione convinta e forte per l'unità europea che non tutti vogliono; per la sua politica filoaraba, che poi è anche la posizione della Santa Sede; la terza ragione è perché si vuole la fine del partito della Democrazia Cristiana, della quale Andreotti, oggi in particolare, è il cardine».
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