Renzi: senza riforme il governo rischia. Legge elettorale? Chiamate Goldrake

Renzi: senza riforme il governo rischia. Legge elettorale? Chiamate Goldrake
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Martedì 21 Gennaio 2014, 20:23 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 07:58

Il passaggio di oggi decisivo, senza riforme la legislatura rischia. Se non si infila la prima tutto pu succedere. Non un ricatto ma una considerazione. Matteo Renzi si rivolto cos ai deputati in assemblea, al termine di un'altra giornata di fuoco per il Pd, segnata dalle dimissioni di Gianni Cuperlo. «Il Pd è centrale, se riusciamo facciamo tutti insieme le riforme. Se falliamo noi falliscono tutti, se riusciamo noi cambia l'Italia», ha proseguito il segretario. «Chi non mi ha mai creduto oggi deve prendere atto della realtà: nessuno trama contro Enrico Letta».

La legge elettorale. «Per me se non si tocca il premio di maggioranza e il ballottaggio, fate quel che vi pare. Se siete più bravi vi presto la mia stanza», ha quindi detto Renzi sulla legge elettorale, aggiungendo che «se c'è accordo con tutti per modificare e migliorare la legge sono felice». L'incontro con Berlusconi? «Può essere che io abbia perso consensi ma non misuro i risultati sui sondaggi». Poco prima, negli studi di Porta a Porta, aveva già parlato della riforma del sistema di voto: «In Parlamento si possono fare cambiamenti ma nel Pd si fa quello che ha deciso la direzione. E in direzione, nemmeno uno, neanche Cuperlo, ha votato contro. Adesso ci tiriamo indietro noi? Non può chiedere le preferenze chi fino a un mese fa diceva che era contro».

«Chiamate Goldrake». «Trovo sconcertante non la discussione sulle preferenze ma che a fronte di un quadro che mette il Senato gratis, le Regioni a dieta, un taglio di un miliardo ai costi della politica, il ballottaggio, il premio di maggioranza» si protesti. «Chiamate Goldrake, più di così non potevo arrivare».

Io logorato dai parlamentari? «Si stanno logorando loro. In Parlamento ci sono loro. Se fossi deputato o senatore sarei deluso che dopo 10 mesi sia dovuto intervenire il segretario del Pd che non parla con le commissioni ma con i cittadini», ha aggiunto. «Cosa ha fatto questo Parlamento in questi 10 mesi? Non è riuscito a eleggere un presidente. Questa è l'ultima chance che ha per recuperare credibilità».

Le dimissioni di Cuperlo «Ho una mia personale idiosincrasia per le liturgie della politica. Se tu ti dimetti, scelta che rispetto ma non condivido, il rispetto che ti devo non è che ti scrivo una lettera per chiederti di ripensarci ed aspetto tre giorni che mi rispondi. Se uno si dimette, esige una dignità della risposta», ha sottolineato in merito alle dimissioni di Cuperlo. «Se interviene in modo critico, gli rispondo in modo critico - ha aggiunto - Il partito si chiama democratico, non è di plastica». Sull'argomento è tornato anche in serata, all'assemblea con i deputati: «Mi dispiace per la scelta di Gianni: qualcuno mi ha detto che dovevo chiedergli di rinunciare alle dimissioni. È una liturgia che non mi appartiene, e per quel che ne so neanche a Gianni».

Il rimpasto «La discussione» sul rimpasto «è durata da 17 ai 18 nanosecondi», ha poi raccontato Renzi a Porta a Porta, «Ad Enrico ho detto: per me fai te. Se vuoi chiedere una mano, te la diamo ma non da me. Non avrai mai da me la richiesta di uno sgabello, di uno strapuntino. L'idea che si fa politica per trattare le poltrone non esiste». E poi sul Jobs Act: «Letta ha tutto l'interesse non solo ad accettarlo, ma a contribuire a scriverlo».

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