Nomine Commissione Ue, Junker prernde quota. Ma Berlino prepara la carta Lagarde

Nomine Commissione Ue, Junker prernde quota. Ma Berlino prepara la carta Lagarde
di David Carretta
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Mercoledì 28 Maggio 2014, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 08:15
​La candidatura di Jean Claude Juncker ha preso quota, dopo che l'Europarlamento ieri ha dato il via libera per permettere al capofila del Partito Popolare Europee di tentare di formare una maggioranza per essere eletto presidente della Commissione. Ma in mancanza di un sostegno esplicito della cancelliera tedesca, Angela Merkel, l'ex primo ministro lussemburghese rischia di essere bloccato da un gruppo di paesi nordici che considerano Juncker troppo europeista. Durante un Vertice informale dei capi di Stato e di governo, i leader dei 28 si sono spaccati sul nome del successore di José Manuel Barroso, preferendo discutere delle priorità della prossima legislatura dopo il successo dei partiti anti-europee alle elezioni di domenica. «Gli elettori hanno inviato un forte messaggio», ha riconosciuto il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, che ha ricevuto un mandato esplorativo per condurre i negoziati tra Europarlamento e governi. Per Matteo Renzi, «tutte le discussioni sui nomi vengono dopo le scelte su ciò che l'Europa deve fare».



Le procedure concordate tra le grandi famiglie politiche prima delle elezioni prevedono che il primo partito esprima il candidato presidente della Commissione. I socialisti all'Europarlamento, con 23 seggi in meno dei popolari, alla fine si sono convinti a dare a Juncker una chance, anche se con una serie di condizioni. Ma Regno Unito, Ungheria e Svezia sono chiaramente ostili a Juncker. «L'UE è diventata troppo grande, troppo autoritaria, troppo intrusiva. Alla sua guida ci vuole qualcuno che lo capisca, non un uomo del passato», ha detto il premier britannico, David Cameron. Pur appartenendo al PPE, anche l'ungherese Viktor Orban e lo svedese Fredrik Reinfeldt sono pronti a votare contro. «Non abbiamo mai sostenuto l'idea di nominare candidati di punta» dei partiti, ha spiegato Reinfeldt.



Juncker beneficia di un ampio sostegno tra i leader popolari ed ha ottenuto l'appoggio anche di socialisti come il cancelliere austriaco, Werner Faymann, e il presidente francese, François Hollande. Il finlandese Jyrki Katainen e l'irlandese Enda Kenny, entrambi del PPE, hanno chiesto di fare in fretta per permettere alla Commissione di iniziare a lavorare. Merkel, pur ricordando che Juncker è il candidato di punta del PPE, si è lasciata margini di manovra: «si deve guardare a una rosa più ampia di personalità adeguate». Secondo le indiscrezioni, la cancelliera preferirebbe un outsider, come la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. Nel Consiglio Europeo, nessun leader ha il diritto di veto. Ma in caso di voto, una minoranza di blocco potrebbe impedire a Juncker di conquistare il posto che oggi è di Barroso.
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