Per determinare la platea dei beneficiari dell'assegno minimo, il governo utilizzerebbe, oltre alle dichiarazioni dei redditi, anche i parametri Isee, in modo da integrare i dati e da fotografare, in maniera molto più puntuale, le condizioni di vita delle famiglie. L'operazione scatterebbe dal 2016 e si tratterebbe di una sorta di integrazione monetaria del reddito. Occorre tra l'altro ricordare che da un paio di anni si sta sperimentando il cosiddetto Sia (assegno per il Sostegno per l'inclusione attiva ): un sussidio che è stato concesso a circa 10 mila famiglie, per un totale di 40mila persone residenti in città con più di 250 mila abitanti, per un importo medio di 360 euro mensili.
IL MECCANISMO Non ci sarebbero limiti temporali per la concessione del sussidio. Però il governo, in collaborazione con l'Inps, formerebbe delle commissioni territoriali per verificare il comportamento e lo stile di vita delle famiglie che incassano l'assegno in modo da evitare che l'aiuto di Stato venga utilizzato per spese superflue piuttosto che per soddisfare bisogni primari.
In aggiunta al salario minimo garantito, Palazzo Chigi e il Tesoro, su suggerimento del presidente dell'Inps, Tito Boeri, studiano anche l'introduzione dell'assegno universale per gli over 55, un sostegno economico da applicare a tutte quelle persone che si trovano in una condizione esistenziale e di carriera molto difficile: senza lavoro, senza pensione e ancora abbastanza lontane dalla possibilità di maturare i requisiti per andare a riposo.
Secondo alcune analisi condotte dall'Inps sarebbero circa 1,3 milioni i disoccupati in queste condizioni che hanno superato la soglia dei 55 anni e avrebbero appena il 10% di possibilità di essere riassorbite dal mondo del lavoro. Un allarme che ha richiamato l'interesse del governo e di molti partiti, anche di opposizione, che siedono in Parlamento. Certo, sulla doppia operazione incombe la spada di Damocle dei conti pubblici. Solo per coprire le spese indifferibili (soldi per scongiurare l'aumento di Iva e il taglio delle detrazioni, fondi per la rivalutazione delle pensioni e il rinnovo dei contratti pubblici) la legge di Stabilità vale almeno 23 miliardi.
Ma il conto supera abbondantemente quota 30 considerando alcuni impegni assunti dal premier Renzi quali, fra tutti, la cancellazione dell'Imu-Tasi sulla prima casa. Tuttavia il governo è convinto (e ieri il viceministro al Tesoro Enrico Morando lo ha confermato ) che spending review, rientro dei capitali e flessibilità sul bilancio concordata con Bruxelles potranno garantire coperture sufficienti.