Berlusconi decaduto, sì del Senato. FI: è un colpo di Stato. Il Pd: «Ora la legge è uguale per tutti»

(Foto Ansa)
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Mercoledì 27 Novembre 2013, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 08:21

Silvio Berlusconi decaduto da senatore. Il voto a palazzo Madama è arrivato alle 17.43. A votare per la decadenza del Cavaliere, dopo la condanna nel processo Mediaset, sulla base della legge Severino, Pd, M5s, Sel e Scelta civica. Contro hanno votato Forza Italia, Gal, Nuovo centrodestra e Lega.

La decadenza di Berlusconi è arrivata dopo che sono stati respinti tutti e 9 gli ordini del giorno contrari alla decisione della Giunta delle elezioni, che si era espressa a favore.

COSI' IL VOTO DEI 9 ORDINI DEL GIORNO PRESENTATI CONTRO LA DECADENZA

Ordine del giorno n.1 bocciato con 192 voti contrari, 114 voti a favore e due astenuti;

Ordine del giorno n.2 bocciato con 193 voti contrari, 114 voti favorevoli e due astenuti;

Ordine del giornoil n.3 bocciato con 193 no, 114 sì e due astenuti;

Ordine del giornoil n.4 bocciato con 194 contrari, 113 sì e 2 astenuti;

Ordine del giornoil n.5 bocciato con 114 sì, 194 no, 2 astenuti;

Ordine del giorno il n.6 bocciato con 112 sì, 194 no, 4 astenuti;

Ordine del giorno n.7 è stato votato per parti separate: la prima bocciata con 116 sì, 192 no, 2 astenuti; la seconda parte respinta con 115 sì, 191 no, 2 astenuti;

Ordine del giorno n.8 bocciato con 114 sì, 192 no, 2 astenuti;

Ordine del giorno n.9 bocciato con 113 sì, 192 no, 2 astenuti;

Il Cavaliere, poco prima del voto, ha parlato in piazza davanti a palazzo Grazioli e dopo l'inno italiano è salito sul palco e ha detto: «Le parole di Mameli sono impegnative: siamo pronti alla morte...». Poi aggiunge: «Giornata di lutto per la democrazia» (continua a leggere).

Il voto dell'Aula. Previsto alle 19, è stato anticipato alle 17. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha detto no al voto segreto chiesto di nuovo e più volte da Forza Italia.

Subito il sì alla decadenza il M5S ha srotolato uno striscione al Palazzo dei gruppi di Montecitorio, a due passi dall'ingresso secondario di via della Missione, con su scritto: "Fuori uno tutti a casa". È la seconda volta che il M5S espone uno striscione alla Camera: il precedente in occasione dell'occupazione del tetto di Montecitorio di 12 deputati grillini contro il ddl per le riforme costituzionali.

Senatori a vita nel mirino di Forza Italia a palazzo Madama, in particolare il senatore Renzo Piano. «Chiedo ai colleghi senatori - ha attaccato Sandro Bondi - se ritengono opportuno e accettabile se coloro che sono stati di recente nominati senatori a vita che non si sono contraddistinti per una loro presenza fattiva siano oggi presenti per un voto come questo sulla decadenza del leader del centrodestra italiano». Dopo il suo intervento è iniziata una serie di interventi sul tema. Maurizio Gasparri ha stigmatizzato come Piano «non sia mai venuto in Aula. Si vergogni!». Il senatore forzista ha detto che la presenza di Piano oggi, solo in occasione del voto sulla decadenza di Berlusconi «non rende onore» al ruolo, perché «senatori a vita lo si è tutti i giorni e non solo per partecipare a questa gogna».

In difesa dei senatori a vita è intervenuto il capogruppo Pd, Luigi Zanda, sottolineando che «sono senatori a tutti gli effetti» e augurandosi «che continuino a partecipare attivamente». Loredana De Petris (Sel) ha respinto ogni tentativo di «intimidazione» nei confronti dei componenti del Senato. I quali, ha ricordato, chiudendo la querelle, il presidente Grasso citando l'articolo 1 del regolamento, secondo il quale «acquistano le prerogative della carica e tutti i diritti inerenti alle loro funzioni, per il solo fatto della elezione o della nomina, dal momento della proclamazione se eletti, o dalla comunicazione della nomina se nominati». Claudio Abbado, ha ricordato Grasso, ha mandato una lettera spiegando che per motivi di salute non può partecipare alle sedute.

«Il berlusconismo non decade con Berlusconi: non sarà cancellato con una sentenza o una decadenza. Il populismo, l'annichilimento delle funzioni del Parlamento, l'esaltazione culturale della ricerca cinica della ricchezza, sono ancora tutte qui. Superare il berlusconismo è compito della politica: è la sfida che abbiamo davanti a noi». Così Loredana De Petris di Sel. «Oggi voteremo per la decadenza perché i cittadini sappiano che la legge è uguale per tutti e che finalmente in questo Parlamento non si faranno più leggi ad personam».

Il gruppo di Scelta Civica vota «a maggioranza la mancata convalida dell'elezione di Silvio Berlusconi». Lo dice il capogruppo Lucio Romano che nelle dichiarazioni di voto spiega: «Non dobbiamo sostituirci al giudizio della storia che avrà modi e tempi suoi propri per farlo. Eppure avvertiamo una gravosissima responsabilità ».

«Signor Berlusconi, accetti la decadenza, questa non è una vendetta, qui non c'è nessuna ingiustizia e persecuzione, qui ci sono solo cittadini italiani che vogliono riprendersi il proprio presente, altrimenti non avranno più un futuro». Lo ha affermato Paola Taverna, capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, nella sua dichiarazione di voto.

«Ci accingiamo a dire no a una scelta anomala e ingiusta. Anomala per tutti i percorsi di carattere procedurale che hanno caratterizzato la vicenda». Lo dice il senatore di Nuovo Centrodestra, Renato Schifani, in Aula nella dichiarazione di voto sulla decadenza. «È una pagina buia nella storia della nostra democrazia parlamentare», aggiunge Schifani.

«Consegnando lui, consegnate voi stessi. Assecondando la crociata della magistratura, assecondate il principio della selezione giudiziaria delle leadership». Così Annamaria Bernini, parla a nome di FI in Aula al Senato. «Parlamento e sinistra si sono mossi con furia cieca», afferma Bernini. «Domani potrà toccare a ciascuno di voi, a ciascuno di noi. Stiamo rinunciando alle prerogative del Parlamento e la democrazia non sarà mai più al sicuro. Consegnando Berlusconi, consegnate la libertà, la vostra e la nostra».

Silvio, Silvio. I senatori di Forza Italia hanno cominciato a invocare il nome di Silvio Berlusconi nell'aula del Senato, durante le dichiarazioni di voto sulla sua decadenza. Dopo l'intervento di Annamaria Bernini, i senatori di Forza Italia si sono tutti alzati in piedi, gridando "Silvio, Silvio", ritmando il nome con il battito delle mani.

«Il voto sulle decadenza è un nostro dovere nei confronti della legalità». Lo dice Luigi Zanda, capogruppo del Pd. «È la prima volta che sento definire "colpo di Stato" la rigorosa applicazione delle legge». «Per il Pd non bisogna far altro che prendere atto della sentenza della Cassazione», aggiunge Zanda.

Lite Bondi-Formigoni. «Vergogna» ha urlato Sandro Bondi a Roberto Formigoni: i due sono quasi arrivati alle mani e sono dovuti intervenire i commessi per separarli. L'episodio è stato immortalato dal cellulare del senatore Pd Sergio Lo Giudice e pubblicato su Twitter. «Sarà una giornata lunga - scrive Lo Giudice -. Il versetto ermetista declamato dal senatore Bondi al senatore Formigoni era "Vergogna"».

Grasso: no al voto segreto. La Giunta per il Regolamento del Senato il 30 ottobre ha stabilito che per casi di non convalida dell'elezione il voto fosse palese perché a tutela della composizione del plenum e non sulla persona. Non ci sono novità per riaprire ora il dibattito. Grasso ha risposto così a FI che torna a chiedere il voto segreto sulla decadenza di Berlusconi.