Allarme dei servizi segreti Usa: «Il Vaticano prossimo obiettivo dell'Isis»

Allarme dei servizi segreti Usa: «Il Vaticano prossimo obiettivo dell'Isis»
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Domenica 11 Gennaio 2015, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 07:43

Il Vaticano è «il prossimo obiettivo dell'Isis» e i servizi di intelligence statunitensi hanno già «avvertito» la Santa Sede.

Gli 007 italiani confermano che il cuore della cristianità è un «possibile obiettivo» dello Stato islamico, ma al momento «non ci sono segnali concreti» che possano far pensare ad un attacco imminente. La terribile minaccia, riferita in apertura del telegiornale dalla tv di Stato israeliana, Canale 1, arriva a poche ore da un altro allarme, «Roma è nel mirino», riferita dalla Bild tedesca, che cita a sua volta informazioni ottenute dalla National Security Agency (Nsa) americana. Già oggi, a piazza San Pietro per l'Angelus di papa Francesco le misure di sicurezza sono state visibilmente rafforzate. «Cellule dormienti? Abbiamo in atto monitoraggio di aree e soggetti a rischio, ma non possiamo dirle cancellate.

La nostra allerta è massima», ha assicurato da Parigi il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, sottolineando che «non esiste in questo momento un Paese a rischio zero».

E il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, ha avvertito: «Ignorare la minaccia di allarmi che può coinvolgere l'Italia sarebbe un errore». Fonti dell'intelligence italiana precisano che ai nostri servizi Mossad e Cia avrebbero inviato nei giorni scorsi informative in cui si analizzano i possibili scenari, senza però indicare elementi concreti di rischio. «È possibile che qualcuno voglia alzare la posta - sottolinea all'ANSA una qualificata fonte d'intelligence - ma allo stato non abbiamo elementi concreti per poter sostenere che vi siano rischi maggiori». Il domenicale della Bild afferma di aver ottenuto informazioni raccolte dalla Nsa americana.

«Commando terroristici costituiti da 4 unità sarebbero diretti in Europa, talvolta camuffati come rifugiati», e in alcune intercettazioni «è stato fatto anche il nome di Roma. Piani concreti tuttavia non sono noti». Non è la prima volta che la Città Eterna e il Vaticano vengono tirati in ballo: a inizio settembre si rincorsero voci su una minaccia diretta contro papa Francesco, confermate anche dall'ambasciatore iracheno presso la Santa Sede Habeeb Al Sadr. Padre Lombardi precisò successivamente che non c'era «alcun riscontro concreto». Pochi giorni dopo, il 21 settembre, in un violento discorso contro gli alleati dell'America nella coalizione che bombarda Siria e Iraq, il portavoce dell'Isis, Abu Muhammad al Adnani, minacciava di «conquistare Roma e spezzare le croci con il permesso di Allah».

E ancora, qualche settimana dopo l'audio di Adnani, è arrivata una nuova provocazione: ai primi di ottobre, la bandiera dell'Isis 'sventolavà su piazza San Pietro accanto alla scritta «Crociata fallita» nel fotomontaggio di copertina della rivista jihadista Daqib. Fatto sta che oggi, nella zona intorno a Piazza San Pietro e al Vaticano, in occasione dell'Angelus di papa Francesco, è stata dispiegata una presenza massiccia delle forze di polizia. Sono state schierate un maggior numero di pattuglie sia di polizia che di carabinieri in tutta l'area circostante. Vale la pena di notare che nel suo articolo il domenicale della Bild 'scivolà sul falso video dell'Isis che ha fatto il giro del web italiano in questi giorni, e cita proprio quelle immagini, che includono il Colosseo come Fontana di Trevi ma anche la Torre di Pisa, a confermare la minaccia contro l'Italia. Ma il video in questione non è affatto attribuibile allo Stato islamico, anzi è certamente stato fabbricato da qualche 'simpatizzante' o provocatore.

Gli esperti concordano sul fatto che con «Roma» la propaganda jihadista si rivolge alla culla del cristianesimo, al cuore dei «crociati». E non dunque precisamente ad un luogo fisico. Quel che è certo è che dopo le stragi di Parigi i jihadisti potrebbero colpire ancora, ovunque. La nuova minaccia sarà al centro del vertice straordinario sul terrorismo convocato dalla Casa Bianca, che ospiterà i leader mondiali il prossimo 18 febbraio.