A darne la notizia è il giornale libanese Al Diyar, immediatamente ripreso dalla stampa tedesca, in particolare dal Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Non era probabilmente la risposta che chi, nei giorni scorsi aveva sollevato obiezioni circa la mancata solidarietà nei confronti dei siriani da parte dei ricchi Stati vicini, come la stessa Arabia Saudita, il Bahrain, il Kuwait, il Qatar, l'Oman e gli Emirati Arabi Uniti. Che l'Arabia Saudita si sia sentita toccata dalle critiche (anche interne su molti social media) è evidente dal fatto che su molti giornali dell'area sono comparse risposte indirette. Il quotidiano panarabo al Hayat ha pubblicato un reportage in cui si fa riferimento al fatto che dall'inizio della guerra 500.000 siriani hanno trovato ospitalità in Arabia Saudita. Ma come lavoratori (o parenti di lavoratori) non come profughi o migranti. La BBC, invece, ha stimato in circa 900 milioni di dollari complessivi gli aiuti fatti arrivare da ricchi cittadini sauditi ai campi in Libano, Giordania e Turchia.
L'offerta dell'Arabia Saudita non ha ancora ricevuto risposta da parte del governo tedesco. La Merkel ha dato ampia disponibilità all'accoglienza (e integrazione) delle famiglie di profughi che stanno arrivando in queste ore dalla Siria, offrendo alloggi, scuole e posti di lavoro. Ma la presenza di 200 nuove moschee sul territorio tedesco, e tutto pagate da donazioni dell'Arabia Saudita è qualcosa di un (bel) po' diverso.
Lo stesso Al Diyar evidenzia che se anche lei dovesse accettare l'offerta (e anche su questo aspetto i dubbi sono molti) ad avere l'ultima parola sarebbero sempre le autorità federali. Nonostante la tolleranza religiosa e il modello di coesistenza ampiamente sponsorizzato dl governo, duecento moschee potrebbero davvero essere troppe... Anche per la nuova versione "umanitaria" della Germania.