Obama: «Io e Castro qui, occasione storica: guerra fredda finita da tempo, via l'embargo»

Obama: «Io e Castro qui, occasione storica: guerra fredda finita da tempo, via l'embargo»
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Sabato 11 Aprile 2015, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 09:42

Barack Obama e Raul Castro faccia a faccia con grande cordialità. A Panama si accorcia definitivamente la distanza tra i due leader. Tra Washington e l'Avana. Dopo oltre 50 anni, Stati Uniti e Cuba tornano a parlare e dopo la stretta di mano di ieri, che è l'immagine più rappresentativa di questo momento storico - e in attesa del faccia a faccia annunciato - Obama e Raul mettono sul tavolo le loro dichiarazioni di intenti, parlando di «occasione storica» da una parte e di «coraggio» dall'altra».

È il presidente degli Stati Uniti ad aprire lo scambio quando, in sessione plenaria al vertice delle Americhe, sottolinea come la presenza di Cuba al summit sia «un'occasione storica». «Vogliamo stabilire relazioni diplomatiche» con Cuba, ribadisce, precisando di aver chiesto al Congresso che cominci a lavorare per sospendere l'embargo vigente per decenni. «Guardiamo al futuro», afferma con convinzione il presidente degli Stati Uniti.

Perchè del passato Obama non intende farsi carico. La «Guerra Fredda è finita da tempo», scandisce, «non sono interessato a combattere battaglie iniziate prima che nascessi». Così si guadagna il rispetto e il riconoscimento del leader cubano Raul Castro: il presidente americano, Barack Obama, è «onesto» e «umile», «non è responsabile per i 10 presidenti che lo hanno preceduto», concede. E plaude alla «coraggiosa decisione» di voler migliorare le relazioni fra Washington e l'Avana, ma insiste: Cuba non sarebbe mai dovuta essere inserita nella lista nera americana dei paesi che sponsorizzano il terrorismo. Quest'ultimo resta uno dei nodi da sciogliere, forse a questo punto davvero l'ultimo tabù nel processo di disgelo avviato lo scorso dicembre al grido di «somos todos americanos».

Monta l'attesa per l'annuncio: Obama ha lasciato capire che non tarderà ad arrivare, tanto da attirare anche per questo i riflettori sulla due giorni panamense. Il dossier è al vaglio del dipartimento di Stato, le cui raccomandazioni a riguardo sarebbero in dirittura d'arrivo sul tavolo del presidente. Raul Castro e Obama però in queste ore hanno già fatto una promessa alla Storia, regalando al mondo una immagine inequivocabile che più di tutte le altre illustra il momento, la svolta, l'impegno, con una stretta di mano diventato il simbolo di una pagina girata.

due leader si sono incontrati brevemente all'inaugurazione del vertice. Si sono salutati scambiandosi diverse battute e, sorridenti, si sono stretti più volte la mano. È accaduto ieri sera poco prima che il vertice delle Americhe, il primo cui partecipa Cuba, prendesse ufficialmente il via. Un contatto spontaneo, non previsto, avvenuto tra la folla, circondati da diversi altri leader tra cui il segretario Generale dell'Onu Ban Ki-moon, che hanno assistito tra la sorpresa e la consapevolezza della portata del momento.

Il valore simbolico è confermato dal sigillo della Casa Bianca: «Al summit delle Americhe il presidente Obama e il presidente Castro si sono salutati e si sono stretti la mano», ha riferito in un comunicato Bernadette Meehan, portavoce per il National Security Council. Si è trattato di una interazione informale, ha fatto sapere ancora la Casa Bianca senza fornire ulteriori dettagli sulla conversazione. Obama e Castro si erano stretti la mano per la prima volta nel 2013, quando si incontrarono al funerale di Nelson Mandela in Sudafrica. Si sa inoltre che avevano avuto una conversazione telefonica a dicembre, prima che venisse avviato il processo per ristabilire le relazioni tra Washington e l'Avana. Hanno inoltre parlato per telefono lo scorso mercoledì, prima della partenza di Obama per il vertice delle Americhe. Un contatto che «ha senso» aveva detto una fonte dell'Amministrazione Obama, preannunciando la portata storica e l'occasione irripetibile che rappresenta questo vertice.

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