Ex terrorista di al-Qaeda accusa i reali sauditi: «Finanziarono Bin Laden»

Ex terrorista di al-Qaeda accusa i reali sauditi: «Finanziarono Bin Laden»
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Mercoledì 4 Febbraio 2015, 20:27 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 17:26
Dalla prigione di massima sicurezza di Florence, in Colorado, arrivano imbarazzanti accuse per l'Arabia Saudita. Zacarias Moussaoui, un ex membro di al Qaida condannato al carcere a vita negli Usa, afferma che alla fine degli anni '90 alcuni importanti componenti della famiglia reale del ricco regno petrolifero finanziarono cospicuamente l'organizzazione di Osama bin Laden.



E anche che lui stesso discusse con un funzionario dell'ambasciata di Riad a Washington un piano per abbattere con un missile Stinger l'Air Force One. Le sue accuse, che non sono nuovissime, sono ora state messe nero su bianco, perchè Moussaoui ha scritto lo scorso anno al giudice del distretto meridionale di New York che presiede una causa intentata dalle famiglie delle vittime dell'11 settembre 2001, chiedendo di testimoniare.



Dopo lunghe trattative con il Dipartimento della Giustizia, un team di avvocati ha potuto raccogliere lo scorso ottobre la sua deposizione, in cui Moussaoui ha tra l'altro raccontato, scrive oggi il New York Times, di essersi incontrato con l'allora principe ereditario Salman, divenuto re il 23 gennaio scorso, e con altri reali sauditi per consegnare loro delle lettere di Osama bin Laden. All'inizio del 2001 Moussaoui - 47 anni, francese di origine marocchina - prese lezioni di volo e ricevette un versamento di 14 mila dollari dalla cellula di al Qaida in Germania.



Venne arrestato nell'agosto del 2001 e nel 2006 è stato condannato all'ergastolo per cospirazione al fine di uccidere cittadini americani, come parte dell'attacco dell'11 settembre. Tra il 1998 e il 1999, secondo quanto lui stesso ha ora raccontato, ebbe dai leader di al Qaida in Afghanistan l'incarico creare un database con i nomi dei loro donatori, tra cui, ha ricordato, erano iscritti quelli del principe Bandar bin Sultan, a lungo ambasciatore saudita negli Usa, del principe Turki al Faisal, allora capo dell'intelligence, e del principe al Walid bin Talal, uno dei più ricchi investitori sauditi. Ma Moussaoui ha anche raccontato di aver partecipato ai test in Afghanistan per un attentato dinamitardo all'ambasciata Usa a Londra, e anche di aver discusso a Kandahar con un funzionario del Dipartimento affari islamici dell'ambasciata saudita a Washington di un piano per colpire con un missile terra aria l'aereo del presidente Usa.



In un comunicato diffuso lunedì sera, l'ambasciata saudita a Washington ha sottolineato che la commissione nazionale sull'11 settembre ha respinto le affermazioni secondo cui il governo saudita o dei funzionari sauditi avrebbero finanziato al Qaida. «Moussaoui è uno squilibrato criminale, e le prove che è mentalmente incapace sono state presentate dai suoi stessi avvocati», si legge nel testo riportato dal Nyt, in cui si afferma inoltre che «le sue parole non sono credibili».
La malattia mentale di Moussaoui è stata diagnosticata da uno psichiatra che ha testimoniato per suo conto al processo. Tuttavia, le sue condizioni sono state giudicate adeguate per poter affrontare un processo per terrorismo.
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