Crimea, blitz filorusso in Parlamento. Mosca muove le truppe verso il confine. Ianukovich: «Sono ancora io il presidente»

Filorussi e tatari filoucraini si confrontano in Crimea
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Giovedì 27 Febbraio 2014, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 08:10

Una trentina di persone a Sinferopoli ha fatto irruzione nel parlamento regionale della Crimea sparando contro i vetri dell'ingresso. Poi hanno tolto dal pennone la bandiera ucraina e hanno issato il tricolore russo, che sventola insieme a quella della repubblica di Crimea.

A compiere il blitz, secondo la tv Rossia 24, sono state forze di autodifesa della popolazione russofona. Gruppi che si stanno organizzando anche in altre città della Crimea e che, secondo Ria Novosti, hanno intenzione di convergere su Sinferopoli.

La polizia stradale ucraina ha fermato alle porte di Sinferopoli alcuni blindati russi, facendoli tornare alla propria base: lo riferisce il ministro degli interni ad interim Arsem Avakov.

Barricate. Centinaia di russofoni davanti alla sede del parlamento hanno eretto inoltre delle vere e proprie barricate controrivoluzionarie. Ieri nella zona ci sono stati i primi scontri con la minoranza etnica dei tartari, schierati con Kiev. Lo riferisce la tv Rossia 24. Le barricate sono state fatte con legno, pezzi di metallo, botti e pneumatici. I poliziotti per ora non intervengono. L'obiettivo dei russofoni è la convocazione di un referendum sulla secessione della Crimea dall'Ucraina.

Nuovo premier dell'Ucraina. Arseni Iatseniuk è stato eletto premier all'unanimità dal parlamento ucraino. Hanno votato per lui tutti i 371 deputati presenti in aula (su 450, il quorum era di 226 voti). Iatseniuk era già stato presentato ieri sera come candidato premier a Kiev in una piazza Maidan gremita.

Ianukovich: «Sono ancora io il presidente».

Il deposto presidente ucraino Viktor Ianukovich terrà una conferenza stampa domani a Rostov sul Don, nel sud della Russia, alle 17:00 ora di Mosca (le 14:00 in Italia). Lo rendono noto le agenzie statali Itar-Tass e Ria Novosti, citando l'entourage dello stesso Ianukovich. In una dichiarazione l'ex presidente si era proclamato ancora come l'unico legittimo elade rdel suo apese: «Mi considero ancora il legittimo capo dello Stato ucraino eletto dai cittadini ucraini in libere elezioni. Sono risoluto a battermi ad oltranza per la realizzazione degli accordi di compromesso per far uscire l'Ucraina da una profonda crisi politica», ha detto il presidente deposto, riferendosi all'intesa siglata con i leader dell'opposizione il 21 febbraio con la mediazione europea. Per Ianukovich «le decisioni che si prendono alla Rada (il parlamento ucraino, ndr) in assenza di molti membri del partito delle Regioni e di altri, preoccupati per la propria sicurezza, sono illegittime». Ianukovich chiede che sia ripristinato l'ordine costituzionale. Secondo i media russi l'ex presidente, che ancora non è dato sapere dove sia, avrebbe ottenuto la protezione della autorità russe “dalle azioni di estremisti”. Il presidente ucraino deposto prende le parti del popolo dell'Ucraina sudorientale e della Crimea «che non accetta il voto del potere e le azioni illegittime in corso nel Paese, quando i dirigenti dei ministeri vengono eletti dalla folla in piazza», e chiede che le forze armate non intervengano negli affari politici interni. «Io come presidente non consentivo alle forze armate ucraine di intervenire negli eventi politici interni.

Ordino la stessa cosa anche ora», ha detto Ianukovich. «Nel caso in cui qualcuno darà una disposizione di questo genere alle forze armate e alle forze dell'ordine, tale decisione sarà illegittima e criminale», ha aggiunto.

La Russia mostra i muscoli. L'aviazione russa sta pattugliando lo spazio aereo occidentale del Paese dopo lo stato di allerta deciso ieri dal presidente Putin, che è anche comandante delle forze armate. Lo scenario simulato è quello di un bombardamento dei bersagli nemici, in luoghi che saranno resi noti solo dopo l'esercitazione. Anche i paracadutisti e i marine russi si stanno trasferendo nelle zone di esercitazione prestabilite, che non sono ancora note. Il loro sbarco comprende il coinvolgimento di 150 mila uomini, 90 aerei, 120 elicotteri, 880 carri armati, oltre 1200 mezzi di vario genere e sino a 80 navi della flotta del Nord e del Mar Baltico.

Ieri è stata una giornata di normale tensione alle stelle in Ucraina, mentre la Russia mette in allerta le sue truppe alle frontiere occidentali e i ministri della Difesa della Nato ribadiscono l’intangibilità delle frontiere della repubblica ex sovietica. L’epicentro dello scontro si è spostato da Kiev alla Crimea. A Simferopoli, la capitale, i tatari si sono fronteggiati a spintoni con gruppi filo-moscoviti. Una persona si è sentita male ed è morta, probabilmente, per un infarto. Alla fine della giornata la situazione è tornata tranquilla dopo che il Soviet Supremo regionale ha assicurato che non era in programma alcun voto sulla secessione della penisola dall’Ucraina. A Sebastopoli, sede della Flotta russa del mar Nero, le misure di sicurezza intorno ai siti militari sono rigidissime. Il ministro della Difesa federale, Serghej Shojgu, ha annunciato una lunga serie di esercitazioni per le Forze armate del distretto occidentale europeo e per le Flotte del Mar Nero e del Baltico. Queste manovre, dichiara Mosca, non sono collegate alla crisi ucraina, ma potrebbero svolgersi nei pressi delle frontiere dello Stato fratello.

La risposta ucraina. Il presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turchynovh, ha avvertito la Russia perché ordini alle sue forze militari in Crimea di restare nelle loro basi, perché qualsiasi movimento sarà considerato un'aggressione.

Polizia e forze speciali ucraine in allerta. Annunciando sulla propria pagina Facebook l'allerta delle forze di polizia e quelle speciali, il ministro dell'interno ucraino ad interim, Arsen Avakov, ha precisato di avere preso questa decisione «per fronteggiare lo sviluppo di azioni estremiste e scontri armati nel centro della città ed evitare un bagno di sangue». Le forze dell'ordine hanno bloccato tutto il quartiere adiacente alla sede del parlamento.

Nato. L'occupazione da parte di un gruppo filo-russo del Parlamento e del palazzo del governo in Crimea è un atto «pericolo e irresponsabile». Lo afferma il segretario generale della nato, Anders Fogh Rasmussen, in occasione della riunione ministeriale Difesa dell'Alleanza atlantica. Rasmussen si è detto «estremamente preoccupato» dagli ultimi avvenimenti nella regione autonoma ucraina. «Invito tutte le parti a fare un passo indietro, di astenersi da azioni provocatorie e di tornare alla via del dialogo», ha concluso il segretario generale della Nato.

Parlamento europeo. Mentre monta la tensione alla frontiera russo-ucraina, il Parlamento europeo lancia un forte monito a Mosca. Nella risoluzione sull'Ucraina approvata «a stragrande maggioranza» per alzata di mano dalla plenaria di Strasburgo si «ricorda alla Russia» di aver firmato con Gran Bretagna e Stati Uniti, nel 1994, il cosiddetto Memorandum di Budapest per «garantire le frontiere» dell'Ucraina al momento dell'adesione del paese al trattato di non proliferazione nucleare per smaltire le sue armi atomiche ex sovietiche.

Fornire un sostegno finanziario urgente all'Ucraina, applicando sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze. Instaurare un dialogo costruttivo tra le forze politiche, mantenere l'integrità territoriale, combattere la corruzione e organizzare elezioni libere e giuste. Queste le priorità indicate dalla Ue dal Parlamento europeo in una risoluzione approvata oggi dall'Aula riunita in sessione plenaria a Strasburgo. La Ue e le organizzazioni finanziarie internazionali, si spiega nella risoluzione, «dovrebbero offrire un pacchetto di sostegno finanziario a breve termine e uno a lungo termine necessario per avviare le riforme». L'Ue dovrebbe inoltre organizzare una conferenza internazionale dei donatori per raccogliere fondi. La Ue dovrebbe poi emanare divieti di viaggio, procedere al congelamento dei beni dei responsabili della violenza in Ucraina e mettere fine al flusso di denaro proveniente dal Paese. Nella risoluzione si ribadisce che non appena sarà risolta l'attuale crisi politica, l'Ue è pronta a firmare un accordo di associazione e di libero scambio con l'Ucraina e che il partenariato non è «l'obiettivo finale della cooperazione UE-Ucraina». I deputati sottolineano che il trattato Ue, in cui è inclusa anche l'Ucraina, consente a qualsiasi Paese europeo di aderire all'Unione, purché si attenga ai principi della democrazia, rispetti le libertà fondamentali, i diritti umani e quelli delle minoranze e garantisca lo stato di diritto.

Fmi. Il Fondo monetario internazionale è pronto a rispondere alla richiesta arrivata dall'Ucraina e sta discutendo dell'assistenza da fornire con tutti i partner internazionali. «Stiamo discutendo con tutti i partner internazionali, a livello bilaterale e multilaterale, del modo migliore per aiutare l'Ucraina in questo momento storico cruciale», ha detto il direttore generale del Fmi Christine Lagarde in una nota diffusa dall'istituto di Washington. A seguito della richiesta di aiuto delle autorità ucraine al Fmi, «siamo pronti a rispondere e, nei prossimi giorni, invieremo una squadra a Kiev per avviare un dialogo preliminare con le autorità», ha detto ancora Lagarde, spiegando che questo consentirà al Fmi di effettuare «le consuete valutazioni tecniche indipendenti sulla situazione economica in Ucraina». Con le autorità di Kiev, si legge ancora nella nota, si parlerà delle riforme che potranno essere portate avanti sulla base di un programma sostenuto dal Fondo. Lagarde si è inoltre detta «incoraggiata dalle molte affermazioni di sostegno che sono state espresse».

Nuovo governo.«Kamikaze politici»: così il nuovo premier designato ucraino, Arseni Iatseniuk, ha definito i ministri candidati al governo, per la loro missione di salvare il Paese dalla bancarotta. «Le casse dello Stato sono vuote, a causa di 75 miliardi di dollari di debiti, le obbligazioni ucraine ammontano a 130 miliardi di dollari - ha detto - Le pensioni non sono state pagate per intero da oltre un mese. La valuta straniera e le riserve aurifere sono state saccheggiate. Noi stiamo facendo tutto il possibile per impedire che la situazione si deteriori ulteriormente. Ci riusciremo. Non abbiamo altra scelta», ha assicurato Iatseniuk, confermando che il piano del nuovo governo sarà svelato oggi, con l'approvazione dei membri dell' esecutivo. «Sarà breve ma preciso», ha sottolineato.

Il ministero degli esteri russo ha espresso preoccupazione per le «gravi violazioni dei diritti umani in Ucraina», durante una riunione presieduta dal ministro Serghiei Lavrov. Lo riferisce l'agenzia Interfax. «Siamo preoccupati per le violazioni dei diritti umani su larga scala, la violazione del diritto di usare la lingua madre, la discriminazione etnica e culturale, e gli attacchi e atti vandalici a oggetti di interesse storico e all'eredità culturale e religiosa», si legge in una nota.

Continua in Ucraina la campagna contro i simboli del dominio sovietico e russo: dopo l'abbattimento delle statue di Lenin e del generale Kutuzov (il vincitore di Napoleone), è stato profanato il Memoriale della fiamma eterna nella città di Sumy, ha denunciato il ministero degli esteri russo. «Monumenti storici continuano ad essere profanati in Ucraina. Stanno umiliando la memoria dei soldati che hanno liberato l'Ucraina», ha accusato il ministero, riferendo che «a Sumy è apparsa una vasta discarica vicino alla fiamma eterna che commemora gli eroi della Seconda guerra mondiale», nel «70/mo anniversario della liberazione dell'Ucraina» dai nazisti.

Ceceni pronti a partire per l'Ucraina se necessario, per proteggere i russi che vi abitano. Lo ha dichiarato oggi il loro controverso leader, Ramzan Kadyrov, leale al Cremlino. Lo riferisce l'agenzia Interfax. «Ucraina e Russia sono popoli fratelli. Ho molti amici ucraini, e come tutti mi rammarico per quanto sta accadendo - ha detto Kadyrov - La maggioranza delle persone che vivono oggi in Crimea sono russi, cosacchi. Siamo sempre con loro e, se necessario, siamo pronti ad andare in loro soccorso», ha proseguito. «Siamo pronti, se necessario, ad andare, come osservatori, operatori di pace o soldati a proteggere le persone», ha detto il capo della repubblica cecena. Affermazione singolare, se si pensa che la Cecenia negli anni '90 ha combattuto due feroci guerre contro Mosca per l'indipendenza, e che i ceceni, musulmani, furono deportati nel 1944 da Stalin per aver "tradito" l'Urss, proprio come i tartari di Crimea, musulmani anche loro, oggi schierati però con l'opposizione di Kiev contro i russofili. Ma Kadyrov accusa i tartari di alimentare tensioni: «Coloro che sono andati in piazza oggi (fuori del palazzo del parlamento di Crimea a Sinferopoli) dicendo che sono stati deportati, fomentano le tensioni. Anche i ceceni sono stati deportati. Penso che se uno è infelice, dovrebbe agire in linea con la legge piuttosto che approfittare del momento, riunirsi in gruppi e gridare slogan».

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