La notizia arriva mentre sei presunti terroristi sono stati uccisi dalla polizia a Shule, un’altra città dello Xinjiang, perché stavano cercando di fare esplodere una bomba.
I governatori regionali avevano proposto il divieto del burqa già a dicembre e ora è stato approvato, anche se non è chiaro quando scatterà il provvedimento.
E’ chiaro, invece, come questo divieto sottolinei l’attrito tra la minoranza uigura, turcofona e di fede islamica, e gli Han, il gruppo etnico maggioritario della Cina. Il precedente, eclatante, fu l’attentato alla stazione ferroviaria di Kunming nello Yunnan che fece 33 morti e 143 feriti. Dietro alla carneficina c’era il movimento separatista uiguro. A maggio dell’anno scorso, c’era stato un altro attentato proprio a Urumqi con 39 morti e 90 feriti.
Proibire il burqa, spiega l’agenzia Xinhua, è un tentativo di frenare gli estremismi e motiva la scelta citando gli esempi del divieto presente anche Francia e in Belgio. Inoltre il burqa , si legge nel dispaccio, non è un elemento tradizionale del vestiario uiguro.