Strage Charlie Hebdo, il settimanale nel mirino degli islamici

Strage Charlie Hebdo, il settimanale nel mirino degli islamici
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Mercoledì 7 Gennaio 2015, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 13:34
​Charlie Hebdo, conosciuto come «Charlie», è un settimanale satirico senza pubblicità, più volte finito nel mirino dei fondamentalisti islamici per aver pubblicato vignette su Maometto.






La satira Il giornale uscì in edicola per la prima volta nel 1970, ispirato a Charlie Brown e sulle ceneri di 'Hara Kiri Hebdò, censurato dopo la clamorosa prima pagina il giorno dopo la morte del generale De Gaulle: «Ballo tragico a Colombey, un morto». Il giornale ha un successo straordinario che dura per qualche anno, fin quando le cause in tribunale non gli rendono la vita impossibile. Abbandonato da molti lettori, chiude nel 1981 dopo 580 numeri.



L'incendio del 2011 Ricompare nelle edicole 11 anni dopo con ispirazione libertaria e populista, e più volte si scontra con le gerarchie religiose, non soltanto quella musulmana. Le prime caricature di Maometto risalgono al febbraio 2006, 400.000 copie vendute e un attentato di matrice islamica. A fine 2011, la redazione viene completamente distrutta da un incendio doloso e il sito del giornale piratato dopo un numero speciale denominato 'Sharia Hebdo'. Temporaneamente, la redazione si trasferisce nei locali del quotidiano Liberation, per poi migrare in nuovi locali.



Le minacce Ancora nel settembre del 2012, la sede fu blindata dalla polizia dopo le minacce per la pubblicazione di vignette ispirate al film anti-islam «L'Innocenza dei musulmani» che all'epoca stava infiammando il mondo islamico.
Charlie Hebdo ha una tiratura media settimanale di 100.000 copie, con 15.000 abbonati.
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