"Quel video valeva 350 mila euro". Lo ha spiegato in aula il paparazzo Fabrizio 'Bicio' Pensa, rispondendo alle domande del pm Giancarla Serafini nel processo milanese in cui è imputato per tentata estorsione per la vicenda del 'video-ricatto' subito da Lapo Elkann, che lo ha denunciato ed è parte civile. "Faccio il fotografo - spiega - e se mi trovo tra le mani un servizio faccio le mie valutazioni: quel video avrebbero potuto venderlo al prezzo di 350 mila euro»".
"Non ho fatto nessuna estorsione - ha sostenuto il fotografo nel corso dell'esame - ma ho cercato di portare avanti una transazione lecita".
"Ho preso contatti con Signorini - ha aggiunto Pensa - e in seguito Lapo mi ha contattato chiedendo di non pubblicare il video. Ho cercato di mediare andando incontro a Lapo e abbassando il prezzo, e ho anche ricevuto delle minacce da parte dei Bellavista". Si sarebbero quindi accordati sulla somma di 90mila euro, e il paparazzo avrebbe dovuto intascare il 10%. Enrico Bellavista, cameriere di 31 anni, è stato però arrestato lo scorso dicembre dai carabinieri mentre nella stanza di un hotel a Milano intascava i 90mila euro da un collaboratore di Lapo Elkann. Si trattava, in realtà, di una trappola organizzata dagli investigatori. L'inchiesta, in seguito, ha portato anche all'arresto di Giovanni Bellavista e del fotografo 42enne. "Avevo avuto degli attriti con Lapo ma non avevo motivi di astio - ha sottolineato Pensa - il mio obiettivo era quello di aiutarlo e recuperare il rapporto con lui, ottenendo qualcosa per me senza commettere nulla di illecito".