Rinasce Stormfront, perquisizioni in tutta Italia. Trovato un arsenale, bandiere e volantini nazisti

Rinasce Stormfront, perquisizioni in tutta Italia. Trovato un arsenale, bandiere e volantini nazisti
di Marco Pasqua
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Giovedì 14 Novembre 2013, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 13:30

Non si erano fermati neanche di fronte alle perquisizioni, agli arresti e all'oscuramento del loro sito. Quando, nel novembre del 2012, quattro moderatori e “motori” del forum neonazista Stormfront sono finiti in manette, i loro sodali si sono ingegnati per continuare a diffondere le loro folli idee basate sull'odio razziale. Sullo stesso forum, anche se in Italia questo era stato oscurato. Usando alcuni espedienti informatici, hanno continuato a caricare video, vignette e post dal contenuto antisemita, xenofobo e anche omofobo. La Polizia postale, coadiuvata dalla Digos, non li ha persi di vista un attimo e ha continuato a dare la caccia agli animatori del forum che erano sicuri di farla franca, sfruttando i cosiddetti “anonimizzatori”. Che, però, non sono bastati.

L'operazione “Stormfront II” è scattata all'alba di questa mattina, in tutta Italia, e ha portato a 35 perquisizioni, residenti in 22 province italiane, tra cui Roma e Milano (ma anche Torino, Varese, Lecco, Mantova, Rovigo, Forlì, Potenza, Ragusa, Messina, Cosenza, Genova, L'Aquila, Teramo, Alessandria, Cremona, Sondrio, Salerno, Pistoia, Fermo e Viterbo). Le loro età variano dai 17 ai 51 anni: sono studenti, disoccupati e lavoratori. Alcuni anche con precedenti penali. Due avevano contatti con gli ambienti anarchici. Tutti sono accusati della diffusione sulla rete di idee fondate sull'odio razziale ed etnico e di incitamento a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici. La stessa accusa per la quale sono finiti in carcere, a novembre del 2012, Daniele Scarpino, promotore dell'associazione e moderatore del forum Diego Masi e Luca Ciampaglia, moderatori, e Mirko Viola, utente del forum particolarmente attivo nella pubblicazione di post tematici.

NEL MIRINO. Insulti agli esponenti delle comunità ebraiche italiane – come Riccardo Pacifici, presidente di quella romana - ma anche Carla di Veroli, già assessore municipale alle Politiche culturali e oggi nello staff del sindaco, Ignazio Marino, lo scrittore Roberto Saviano, il sindaco di Lampedusa,Giuseppina Maria Nicolini, e il ministro dell'Integrazione, Cécile Kyenge.

Le indagini della polizia hanno permesso di recuperare un video «dal contenuto evidentemente antisemita», denominato «Il nemico occulto - un documentario sulla questione ebraica», dagli «evidenti contenuti antisemiti che riproduce immagini finalizzate ad accusare gli ebrei della crisi economica mondiale, indicando alcuni di loro come titolari di ruoli apicali all'interno di banche ed altre istituzioni». Il video è ancora facilmente reperibile su Youtube.

L'ARSENALE. «Si tratta di un'organizzazione pericolosa sotto il profio ideologico e che trova radici in un'epoca storica che sembra apparentemente lontana. Dobbiamo fare i conti con l'estremismo ideologico che si muove in Europa», ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, nel corso della conferenza stampa sull'operazione congiunta della Digos e della polizia postale. “È impressionante leggere quello che scrivono questi soggetti”, ha aggiunto. Parole che, in alcuni casi, sarebbero anche potuti tradursi in fatti, a giudicare, ad esempio, dall'arsenale trovato in casa di B.S., 51enne di Mantova: l'uomo, che è stato arrestato, è stato trovato in possesso di 2 moschetti «94» completi di munizionamento, un involucro di bomba a mano, 7 baionette e una bandiera con svastica.

GLI EBREI. La Comunità Ebraica di Roma ha espresso «apprezzamento per il lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell'ordine che in queste ore dimostrano, ancora una volta, di tenere alta l'attenzione su fenomeni criminali di stampo antisemita, razzista e xenofobo», ha detto l'assessore alle Relazioni Istituzionali della Comunità Ebraica di Roma, Ruben Della Rocca. «Ciò dimostra - ha aggiunto - che la battaglia contro l'odio on line va combattuta giorno dopo giorno, anche a seguito di soddisfacenti sentenze che avevano pochi mesi fa condannato proprio gli autori della sezione italiana del sito Stormfront. L'Italia non può distrarsi. Va poi la nostra solidarietà a chi, come Saviano, il sindaco di Lampedusa o Carla Di Veroli, vengono travolti insieme a tutti noi da accuse che ripercorrono le più classiche teorie antisemite. Ora confidiamo che anche questi criminali siano consegnati alla giustizia». «Un fatto particolarmente odioso e inquietante e sul quale è necessaria la massima vigilanza da parte di tutti a pochi mesi dal processo che ha condannato ideologi e fondatori di un sito specializzatosi nella diffusione di materiale razzista, xenofobo, antisemita», ha detto il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna commenta, in una nota, esprimendo «a nome di tutti gli ebrei italiani, un caloroso ringraziamento alle forze dell'ordine per la massiccia operazione di indagine svolta su tutto il territorio nazionale al fine di contrastare la rinascita del gruppo di estrema destra Stormfront».

IL PROCESSO. Il processo contro i moderatori di Stormfront si è concluso, ad aprile scorso, con 4 condanne. Il gup di Roma Carmine Castaldo a conclusione di un giudizio abbreviato in particolare ha condannato a 3 anni Scarpino, considerato ideologo del gruppo, a 2 anni e 6 mesi ciascuno Masi e Ciampaglia, e a 2 anni e 8 mesi Mirko Viola. Il giudice ha disposto per tutti gli arresti domiciliari, ma Viola è tornato in carcere per aver violato il divieto di comunicare attraverso la rete internet (e per aver inviato una cartolina minatoria a Pacifici). Contro di loro si erano costituiti parte civile numerosi esponenti della comunità ebraica, tra i quali Riccardo Pacifici, ma anche giornalisti.

On line nei primi anni '90, Stormfront è un forum di discussione che, secondo la sentenza, prende di mira «gli ebrei, gli immigrati, gli omosessuali e incita alla supremazia della razza bianca e all'istigazione al razzismo e la negazionismo». In Italia viene alla ribalta per avere pubblicato una blacklist di ebrei italiani appartenenti al mondo della cultura, della politica, dell'informazione e della televisione. Nel dicembre del 2011 nella lista nera finirono, oltre a Pacifici, l'allora sindaco di Padova Flavio Zanonato, il presidente dell'Unione Musulmani d'Italia Adel Smith, monsignor Cesare Nosiglia, il pm di Torino Laura Longo e i giornalisti Gad Lerner e Maurizio Costanzo.

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