Dell'Utri, Cassazione conferma: 7 anni per concorso in associazione mafiosa. Il pg emette l'ordine di carcerazione

Dell'Utri, Cassazione conferma: 7 anni per concorso in associazione mafiosa. Il pg emette l'ordine di carcerazione
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Venerdì 9 Maggio 2014, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 08:07

definitiva la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell'Utri.

La I sezione penale della Cassazione ha infatti respinto il ricorso della difesa dell'ex senatore di Forza Italia contro la sentenza della Corte d'Appello di Palermo del 25 marzo 2013.

Il Sostituto Procuratore Generale di Palermo Luigi Patronaggio ha emesso un ordine di carcerazione nei confronti di Dell'Utri. Il provvedimento verrà trasmesso al ministero della Giustizia che lo allegherà alla richiesta di estradizione alle autorità libanesi.

La decisione di piazza Cavour è arrivata dopo quattro ore di camera di consiglio. Con questa decisione si chiude una vicenda giudiziaria lunga quasi 20 anni e fatta di oltre tremila pagine di inchiostro. A questo punto la domanda di estradizione legata alla misura cautelare nei confronti di Dell'Utri, che si trova a Beirut, con una procedura tecnica dovrebbe tramutarsi in istanza per esecuzione della pena.

Il pg della Cassazione aveva chiesto la conferma della condanna a 7 anni. È «ampiamente dimostrato» che Marcello Dell'Utri dal 1974 al 1992 sia stato il mediatore tra Silvio Berlusconi e Cosa nostra e che i pagamenti agli esponenti mafiosi siano arrivati puntualmente in quell'arco di tempo. È per queste ragioni che la Procura generale della Cassazione attraverso Aurelio Galasso ha chiesto alla Suprema Corte di rendere definitiva la condanna.

Il pg Galasso, nella sua ora di requisitoria, ha sottolineato come la sentenza della Corte d'Appello di Palermo sia «precisa e, a volte, addirittura un po' ridondante nel trattare con la stessa attenzione ed enfasi alcuni aspetti contestati a Dell'Utri anche irrilevanti». Ma proprio per queste ragioni, ha detto il pg, che la sentenza è ampiamente motivata.

«Dell'Utri - ha affermato Galasso - ha tenuto rapporti stretti con esponenti mafiosi dal '74 al '92». Si ricorda che invece è passata in giudicato l'assoluzione nei confronti dell'ex senatore di Forza Italia per le accuse successive al 1992. Galasso ha contestato punto per punto i motivi della difesa di Dell'Utri e ha ricordato che «l'unico dato che conta è che Dell'Utri andò in banca e si presentò con Ciancimino. Questo per dire che aveva contatti con esponenti mafiosi».

«Marcello Dell'Utri è molto provato da 20 anni di indagini a suo carico: non condivido la sua iniziativa, ma la giustifico. Può aver perso la testa e aver commesso una stupidaggine». Così l'avvocato Massimo Krogh, difensore di Dell'Utri, ha iniziato la sua arringa riferendosi al viaggio in Libano del suo assistito.

All'inizio dell'udienza la presidente Maria Cristina Siotto si è informata con uno dei difensori di Dell'Utri, Massimo Krogh delle condizioni di salute visto che l'udienza di oggi è frutto di un rinvio determinato proprio da un'operazione d'urgenza subita dall'avvocato Krogh.

È la seconda volta che la vicenda di Dell'Utri arriva in Cassazione. Già il 9 marzo 2012 la Suprema Corte dispose un nuovo processo evidenziando alcune lacune nella motivazione. La prescrizione per i fatti contestati a Dell'Utri, in base ai calcoli, dovrebbe scattare a fine luglio.

I familiari avvertiti I familiari di Marcello Dell'Utri «sono stati appena avvertiti della decisione della Cassazione e lo comunicheranno al senatore». Lo ha detto l'avvocato Giuseppe Di Peri poco dopo il verdetto della Suprema Corte.