Giubileo, Atac e Ama mai pagate per l’Anno Santo del Duemila

Giubileo, Atac e Ama mai pagate per l’Anno Santo del Duemila
di Giuseppe Gioffreda e Fabio Rossi
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Martedì 17 Marzo 2015, 23:06 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 14:18
Il Campidoglio chiede contributi una tantum dello Stato per le spese straordinarie del futuro Giubileo, ma ancora non ha ricevuto tutti i soldi promessi per quello di 15 anni fa per i servizi di trasporto e raccolta dei rifiuti. La sorpresa, clamorosa soprattutto in un periodo di trattative con Palazzo Chigi sugli extra costi, è scritta nero sui bilanci (non particolarmente floridi) di Atac e Ama, che già nel Duemila erano in prima fila nell’erogazione dei servizi necessari per le celebrazioni dell’Anno santo. E che dovranno anche in quest’occasione rafforzarli, attendendo finanziamenti che, come si vede, sono tutt’altro che garantiti.



I MEZZI PUBBLICI

Partiamo dai trasporti: tra i crediti vantati dall’Atac, e iscritti nell’ultimo bilancio approvato dall’azienda di via Prenestina, ci sono complessivamente 13,1 milioni di euro attesi, finora invano, dalla Presidenza del consiglio. Tra questi, 12,7 milioni sono «relativi alle intensificazioni del servizio effettuate nel quadro delle celebrazioni relative al Giubileo» del 2000, e soprattutto per l’organizzazione della Giornata mondiale della Gioventù di Tor Vergata.



Non poco, visto che la richiesta complessiva allo Stato, da parte della società che gestisce il trasporto pubblico locale della Capitale, era complessivamente di 78 milioni. Tutto ciò mentre il Campidoglio ha già avviato la trattativa con Palazzo Chigi per i fondi necessari al Giubileo straordinario proclamato da papa Francesco. Trecento milioni serviranno per potenziare il trasporto pubblico della Città eterna, già adesso in forte difficoltà, che dovrà sopportare l’onda d’urto di 20-25 milioni di pellegrini che lo utilizzeranno nell’arco di 12 mesi: 120 milioni saranno utilizzati per la manutenzione straordinaria delle linee A e B della metropolitana, altrettanti per adeguare il contratto di servizio delle ferrovie regionali (tra Regione e Trenitalia) che oggi ammonta a 240 milioni annui Ma, se all’appello mancano ancora parte dei finanziamenti che sarebbero dovuti arrivare tre lustri fa, c’è poco da stare allegri.



IL CREDITO

Peraltro l’Atac non ha ancora formalmente rinunciato a quei soldi, tanto che ogni anno li ripropone alla voce “crediti” del bilancio aziendale, ma con sempre minori speranze di vederli davvero. Sarà importante, ora, capire quali sono le reali prospettive di finanziamento per i dodici mesi di celebrazioni che la Città eterna attende a partire dal prossimo 8 dicembre.



PULIZIA E RIFIUTI

Situazione simile quella che riguarda l’Ama. L’azienda di via Calderon de la Barca si è addirittura rivolta al Tribunale, contro la Presidenza del consiglio e il ministero delle Infrastrutture, per vedersi riconoscere la somma di 11 milioni di euro come «pagamento dei servizi di igiene urbana prestati in occasione del grande Giubileo del 2000». L’atto di citazione dell’Ama ha aperto una lunga controversia, dovuta al conflitto di competenza sulla materia tra la giustizia ordinaria e quella amministrativa. Ora sarà la Cassazione a dirimere la spinosa questione, ma se ne parlerà soltanto a inizio 2018, con tempi di (eventuale) recupero dei fondi che si allungano a dismisura. Vale la pena ricordare che l’Azienda municipalizzata per l’ambiente allora chiese, per i servizi straordinari di pulizia della città e smaltimento dei rifiuti, l’equivalente in lire di 72 milioni di euro.



Tra gli extra costi richiesti dal Campidoglio per l’Anno santo straordinario ci sono anche cento milioni da spendere per la manutenzione straordinaria della rete stradale romana, attualmente impresentabile, 140 per la gestione dell’accoglienza e, appunto, un altro centinaio per la pulizia cittadina e lo smaltimento dei rifiuti. Ma l’Ama è da anni in causa con chi glieli dovrebbe versare.



GLI ALTRI COSTI

A carico del Campidoglio, durante il Giubileo, ci saranno anche gli straordinari dei dipendenti comunali, a partire dai vigili urbani, che costeranno poco meno di 20 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 150 milioni, stavolta di competenza dello Stato, necessari a incrementare il livello della sicurezza in città, un mese dopo la chiusura dell’Expo di Milano, con il trasferimento a Roma di cinquemila uomini delle forze dell’ordine. Un totale superiore agli 800 milioni che qualcuno dovrà pagare, affinché non sia caricato sulle spalle dei romani. Purché gli impegni, questa volta, vengano interamente rispettati.
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