Porto Recanati, Elio e le Storie Tese
«Abbiamo un Dna ad alto tasso Marche»

Porto Recanati, Elio e le Storie Tese «Abbiamo un Dna ad alto tasso Marche»
di Simone Ronchi
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Martedì 5 Agosto 2014, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 19:55
PORTO RECANATI- Ironici, dissacranti, unici nel loro genere. Un gruppo inossidabile, che resiste all’usura del tempo e delle mode effimere. Dagli anni ‘80 gli Elio e Le Storie Tese regalano al pubblico musica di qualità e divertimento intelligente. La band è pronta ad infiammare le Marche.



Giovedì (7 agosto) sera gli EelSt suoneranno all’Arena Gigli di Porto Recanati (inizio concerto 21.45), dove approda una tappa del ‘Neverending Tour’. Nella tournée spiccano estratti dell’ultima produzione, ‘L’album biango’, abbinati a cavalli di battaglia intramontabili e repentini cambi di scaletta. Il mitico Faso, bassista storico degli EelSt, spiega che nel gruppo «non manca Dna marchigiano».



«Il papà di Elio è originario di Cossignano (l’ombelico del Piceno) - dice il musicista milanese - mentre mia nonna era di Macerata. Abbiamo suonato spesso in questa regione. Ricordo l’esibizione allo Sferisterio. Un posto bellissimo, che regala emozioni».



Faso la tappa marchigiana del tour si svolge vicino ai luoghi natii di Giacomo Leopardi. Sul vostro sito internet Mangoni, geniale collaboratore della band, ha garantito un concerto con coreografia speciale, all’insegna dell’amore e della poesia. Avete in serbo sorprese per i vostri fan?

«L’architetto Mengoni è una mina vagante. Non so che cos’abbia annunciato sul web. In realtà non mi risulta che siano in programma coreografie speciali. Da anni comunque sosteniamo che tutta la nostra produzione musicale è assimilabile alla poesia. Ma purtroppo non siamo capiti».



Che sensazioni vi regala questo nuovo tour?

«La tournee è la nostra dimensione ideale. Se togliamo lo sbattimento degli spostamenti e delle code in autostrada, momenti nei quali servirebbe il teletrasporto, il tour rappresenta il momento migliore per un gruppo come il nostro (gli EeleSt sono degli stakanovisti del live,ndr). La carica del pubblico ci dà energia e ci permette di esprimerci al meglio».



Per quanto riguarda i prossimi impegni, dopo un anno di stop lunedì 6 ottobre torna un programma radiofonico cult come Cordialmente!’, nel quale siete affiancati dal direttore artistico di Radio Deejay Linus. Le attese per uno dei format più longevi della radiofonia italiana sono molte. Siete pronti a ripartire con la giusta verve?

«Ci siamo presi un anno di pausa perché eravamo piuttosto sgonfi. Ora ci sentiamo carichi per la nuova stagione di Cordialmente!. Preferisco la radio alla televisione. Ci sono meno filtri, il contatto col pubblico è diretto ed immediato. A livello musicale però anche la radio attraversa tempi bui. Ciò non è dovuto solo ad una minore attenzione per la qualità. C’è una mancanza di personalità nei nuovi deejay. Una volta un dj con gli attributi era in grado di proporre l’intero ascolto del nuovo album dei Pink Floyd o di un capolavoro come Bohemian Rapsody dei Queen. Oggi in radio se un pezzo supera i 3 minuti rappresenta un problema. Inevitabilmente l’arte e la musica ne risentono».