Dan Brown all'Inferno

Dan Brown all'Inferno
di Roberto Bertinetti
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Martedì 14 Maggio 2013, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 12:32
"Non importa se fai ridere o piangere i lettori. E’ invece fondamentale farli aspettare”, sosteneva Charles Dickens in piena epoca vittoriana. Stava nascendo la moderna industria editoriale, i romanzi uscivano a puntate sulle riviste e Dickens, re dei bestseller dell’epoca, fu il primo a intuire (e monetizzare) la strategia vincente. Oggi, in epoca di social network trionfanti, quell’intuizione alla base del marketing letterario è stata rivista e corretta a misura della velocità della rete. Come dimostra il successo annunciato di Inferno, a firma di Dan Brown, disponibile da oggi (in Italia per Mondadori) dopo mesi di indiscrezioni dosate con sapienza dagli uffici stampa, di indizi sulla trama affiorati su Twitter, Facebook o You Tube. L’avventura che prende avvio nella terra di Dante di Robert Langdon, docente dell’università di Harvard e personaggio di culto planetario dal 2003 quando apparve il Codice da Vinci, è già in testa alle classifiche di Amazon ancor prima che le copie stampate siano uscite dai magazzini. Decine di migliaia di prenotazioni in America e in Europa, grazie forse al prezzo scontato della metà rispetto alle librerie.

L’attesa per Inferno si protrae dallo scorso gennaio. Fu un cinguettio su Twitter ad annunciare il titolo del volume al quale Dan Brown, ovviamente, lavorava da tempo. Poi, goccia dopo goccia, sono arrivate altre notizie: la scelta di proporre un thriller a sfondo italiano, la conferma che il poema dantesco ha suggerito la struttura portante dell’azione, quindi l’incipit del prologo. Altro, in apparenza, non era dato sapere. Nonostante molti dettagli siano continuati a filtrare, gestiti con accortissima regia. Nel primo capitolo pare che il professor Langdon si trovi in precarie condizioni di salute in un ospedale dopo un incidente che non riesce a ricordare. Con Dante come guida, anche la data di pubblicazione di Inferno è una strizzata d'occhio ai simboli: il 14 maggio 2013 è, infatti, l'anagrammanumerico di 3,1415, il valore approssimato del pi greco. Perché? Dante ha diviso l'inferno in cerchi concentrici e pi greco è la pista per misurarli. Dall’esito della missione di Langdon dipende, addirittura, il destino del mondo. “Prima che cambi. Irreparabilmente”, sostiene il New York Times in un articolo apparso due giorni fa in cui la giornalista Janet Maslim prova a mettere a fuoco l’intera trama. Nell’articolo si fa cenno a un misterioso cilindro nascosto in un tubo di titanio con sigillo biometrico e all'interno materiali biologici pericolosi. Dentro ci sarebbe un piccolo proiettore con una versione della Mappa dell'Inferno di Sandro Botticelli che spedisce Langdon e la sua partner, l'atletica e intelligentissima dottoressa Sienna Brooks, in una serie di avventure a cui fanno sfondo alcune città italiane tra le quali, ovviamente, Firenze, e una metropoli (Istanbul? ) a cavallo tra Asia e Europa. Come l'Opus Dei nel Codice da Vinci, e in seguito i massoni nel Simbolo Perduto e la setta degli Illuminati di Angeli e Demoni, Langdon deve fronteggiare una organizzazione segreta: questa volta si tratta di un misterioso Consorzio, guidato da un ricco maltusiano, il cui obiettivo è ridurre di maniera drastica la crescita della popolazione mondiale. In Inferno, ispirandosi a Dante, Brown mette l’utilizzo della peste al centro della trama, rivisitandola in chiave di pandemia mondiale.

Il segreto ben custodito sugli sviluppi del romanzo ha costituito l’ingrediente principale della ricetta di marketing. L’intuizione di Dickens aggiornata in modalità postmoderna, insomma. Alludere, lasciar intuire senza rivelare troppo. Per far crescere l’attesa. L’ultima (geniale) trovata ha per protagonisti i traduttori. Undici, chiusi a partire da febbraio, in un edificio della Mondadori. Blindati in un bunker senza cellulari e, controllati da una scorta armata. Un lavoro durissimo, secondo la francese Carol Del Port. Con lei concorda lo spagnolo Alejo Montoto perché, aggiunge, “ti sembra di separarti dalla realtà e di entrare in un universo di pura fantasia”. Il loro faticoso impegno, ampliamente pubblicizzato, è un altro tassello della strategia di marketing impiegata per il lancio del libro.

Oltre a Dan Brown, ipotizzano i quotidiani di lingua inglese, sarà Firenze a trarre beneficio dal successo del romanzo. Unanimi nel profetizzare una crescita esponenziale del numero dei turisti decisi a ripercorrere le tappe dell’avventura del professor Langdon e dei suoi collaboratori. In epoca vittoriana l’attesa da parte dei lettori di cui parlava Dickens prevedeva solo l’aumento delle copie. Oggi altri elementi si sono aggiunti. A prescindere dal valore letterario delle opere.
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