Nardò, 15enne chiuso in bagno, picchiato e costretto all'autoerotismo: video su WhatsApp. Presi due minori

Nardò, 15enne chiuso in bagno, picchiato e costretto all'autoerotismo: video su WhatsApp. Presi due minori
Rinchiuso in un bagno pubblico, picchiato a calci e pugni e costretto a masturbarsi. Ma non basta: la scena di autoerotismo, ripresa in un video dai due aguzzini, è stata...

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Rinchiuso in un bagno pubblico, picchiato a calci e pugni e costretto a masturbarsi. Ma non basta: la scena di autoerotismo, ripresa in un video dai due aguzzini, è stata 'postata' su Whatsapp. È quanto accaduto a un giovane di 15 anni di Nardò, in provincia di Lecce. I carabinieri hanno arrestato e collocato in comunità un 17enne e un 15enne ritenuti responsabili di rapina, sequestro di persona, violenza sessuale, pornografia minorile e tentata estorsione.


Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale dei minorenni su richiesta del sostituto procuratore Imerio Tramis. I due si sono prima impossessati con minacce e violenza del giubbotto del 15enne e delle sue scarpe ginniche, poi lo hanno costretto a compiere atti di autoerotismo. Uno dei due ha ripreso la scena con il proprio cellulare mentre l'altro bloccava la porta per impedirne l'uscita. Il video è stato successivamente trasmesso a vari coetanei mediante Whatsapp.

L'azione, durata complessivamente 20 minuti, ha avuto un seguito: i due giovani infatti hanno minacciato la vittima di non restituirgli gli indumenti rapinati se il giovane non avesse corrisposto il giorno seguente la somma di 10 euro. Lo sviluppo delle indagini è avvenuto tramite l'ascolto dei genitori della vittima e l'acquisizione del video registrato.

I carabinieri hanno poi riscontrato puntualmente quanto dichiarato dalla parte offesa: i militari hanno infatti acquisito i filmati di video sorveglianza delle telecamere poste lungo le vie limitrofe al luogo del delitto constatando effettivamente l'ingresso e l'uscita dei tre giovani dal bagno pubblico. Al momento dell'uscita uno dei due indagati indossava un giubbotto della stessa marca e colore di quello indossato poco prima dalla vittima; giubbotto che, all'esito di una perquisizione domiciliare, i carabinieri di Nardò hanno rinvenuto proprio a casa dell'indagato.
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Il Messaggero