Vaticano, off-line tutti i siti: lo spettro dell'attacco hacker russo (ma la sala stampa smentisce)

La sala stampa vaticana nega che si tratti di un attacco hacker, spiegando che è in corso un'attività di manutenzione della rete

Città del Vaticano - Non ci sono certezze ma tutto lascerebbe pensare ad un attacco "ddos" sulla rete del Vaticano, più che ad una normale...

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Città del Vaticano - Non ci sono certezze ma tutto lascerebbe pensare ad un attacco "ddos" sulla rete del Vaticano, più che ad una normale manutenzione ai vari siti d'Oltretevere, come è stato minimizzato dalle autorità della Santa Sede. Per alcune ore tutti i siti dei diversi organismi curiali sono stati buttati giù, risultando impossibili da accedere a chiunque in quel momento. Generalmente quando vengono fatte manutenzioni importanti o straordinarie si ricorre quasi sempre ad una pagina di cortesia per segnalare la momentanea sospensione agli utenti. In questo caso, invece, i siti vaticani apparivano insolitamente inaccessibili. Page not found. Gli attacchi "ddos" solitamente caratterizzano gli hacker russi sono quelli che rallentano la rete e prevedono un massiccio afflusso di dati in ingresso, sovraccaricando la rete da colpire. Quando una rete va in sovraccarico in automatico si disattiva. Si tratta di attacchi semplici che però necessitano di un coordinamento. Gli hacker russi sono famosi per questa tipologia di attacco. 

Per una curiosa coincidenza proprio ieri in Russia le parole di Papa Francesco che in una intervista aveva definito crudeli i ceceni e i buriati, sono state al centro di enormi polemiche e violentissime critiche televisive. 

Il sito del Vaticano non è nuovo ad attacchi haker di varia natura. In passato ha registrato persino attacchi islamici. Due anni fa, invece, fece discutere il rapporto di una società di informatica statunitense che rivelò come i cinesi erano riusciti ad hackerare la sede di un noto centro studi cattolici di Hong Kong per poi arrivare a controllare le-mail appartenenti a figure di sacerdoti e vescovi cinesi. Secondo il rapporto nell’attacco hacker sarebbe stata usata una lettera di cordoglio contraffatta inviata dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, in occasione del decesso di un Vescovo cinese.

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Il Messaggero