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Oggi Papa Francesco ha ricevuto in udienza i rappresentanti della Federazione Nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Questo il discorso del Papa che ha rivolto loro in cui spicca la riconoscenza per il servizio prestato negli ultimi tre anni, caratterizzati dalla pandemia.
«Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Ringrazio la Signora Presidente per le sue parole di saluto. Voi rappresentate migliaia di professionisti sanitari: questo incontro, dunque, mi offre l’occasione di rinnovare la mia vicinanza e gratitudine per quanto fate quotidianamente. Desidero ringraziarvi per il vostro impegno e la vostra dedizione, specialmente quando sono nascosti. I professionisti sanitari, negli ultimi tre anni, hanno vissuto un’esperienza molto particolare, difficilmente immaginabile, quella della pandemia. È stato detto altre volte ma non bisogna dimenticarlo: senza il vostro impegno e le vostre fatiche molti malati non sarebbero stati curati. Il senso del dovere animato dalla forza dell’amore vi ha permesso di prestare la vostra opera al servizio del prossimo, anche mettendo a rischio la vostra stessa salute. E con voi ringrazio tutti gli altri operatori sanitari.
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Tra meno di un mese, l’11 febbraio, ricorrerà la Giornata Mondiale del Malato, che sempre invita anche a una riflessione sull’esperienza della malattia. Ciò è oggi tanto più opportuno, anzi necessario, perché spesso la cultura dell’efficienza e dello scarto «spinge a negarla. Per la fragilità non c’è spazio. E così il male, quando irrompe e ci assale, ci lascia a terra tramortiti. Può accadere, allora, che gli altri ci abbandonino, o che paia a noi di doverli abbandonare, per non sentirci un peso nei loro confronti.
In maniera opposta agisce la cultura della cura, impersonata dal buon Samaritano (cfr Lc 10,25-37). Egli non gira lo sguardo altrove, si avvicina al ferito con compassione e si prende cura di quella persona che altri avevano ignorato. Questa parabola indica una precisa linea di comportamento. «Ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune» (Enc. Fratelli tutti, 67).
Cari amici, la vostra professione nasce da una scelta valoriale. Con il vostro servizio contribuite a “rialzare e riabilitare” i vostri assistiti, ricordando che prima di tutto sono persone. Al centro infatti dev’esserci sempre la persona, in tutte le sue componenti, compresa quella spirituale: una totalità unificata, in cui si armonizzano le dimensioni biologiche e spirituali, culturali e relazionali, progettuali e ambientali dell’essere umano nel percorso della vita. Questo principio, che è alla base della Costituzione etica della vostra Federazione, orienta il cammino e permette di non cedere a sterili efficientismi o a un’applicazione fredda dei protocolli. I malati sono persone che chiedono di essere curate e di sentirsi curate, e per questo è importante relazionarsi a loro con umanità ed empatia. Certamente con un alto livello professionale, ma con umanità ed empatia.
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Ma anche voi, professionisti sanitari, siete persone, e avete bisogno di qualcuno che si prenda cura di voi, attraverso il riconoscimento del vostro servizio, la tutela di condizioni adeguate di lavoro e il coinvolgimento di un numero appropriato di curanti, affinché il diritto alla salute venga riconosciuto a tutti. Spetta ad ogni Paese adoperarsi per ricercare «le strategie e le risorse perché ad ogni essere umano sia garantito l’accesso alle cure e il diritto fondamentale alla salute» (Messaggio per la XXXI Giornata Mondiale del Malato). La salute non è un lusso! Un mondo che scarta gli ammalati, che non assiste chi non può permettersi le cure, è un mondo cinico e non ha futuro. Ricordiamo sempre questo: la salute non è un lusso, è per tutti.
Vi esorto a guardare sempre ai valori etici come riferimento indispensabile per le vostre professioni. I valori infatti, se ben assimilati e uniti al sapere scientifico e alle necessarie competenze, permettono di accompagnare nel migliore dei modi le persone che vi sono affidate.
Cari fratelli e sorelle, vi accompagni la materna intercessione della Vergine Maria, che il Vangelo ci presenta come donna premurosa, che si affretta ad aiutare la sua parente Elisabetta. Vegli su di voi e sul vostro lavoro. Di cuore benedico voi e le vostre famiglie. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!».
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