«O sei in malafede o non ha capito la norma, in ogni caso la sindaca Raggi poteva fare una telefonata; non c'è leale collaborazione e si crea destabilizzazione....
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Lorenzin ha anche replicato alla candidata M5S alla Regione Roberta Lombardi: «Si è detta contraria all'obbligatorietà e favorevole alla raccomandazione, salvo ricordare che lei i suoi figli li ha vaccinati: è come se dicesse che si disinteressa di tutti gli altri. Il tema, infatti, è quello della tutela anche di chi, per motivi di età o di patologie, non può essere vaccinato».
Un teso botta e risposta a distanza tra il sindaco di Roma e il ministro della Salute c'era stato lo scorso 2 febbraio. Il clima si è fatto incandescente dopo la lettera inviata dal sindaco a governo e Regione Lazio per informarli della
mozione approvata dall'Assemblea capitolina sulla necessità di tenere a scuola gli alunni non ancora vaccinati. La risposta del ministro non si è fatta attendere: «Il percorso interpretativo è in palese violazione della legislazione vigente», in parole povere è fuori legge, aveva scritto Lorenzin rispondendo ufficialmente alla Raggi. E prima ancora il sarcastico messaggio su Fb: «Leggo che il Sindaco e l'Assemblea Capitolina si sono trasformati in un nuovo organo tecnico scientifico delle istituzioni: ora si occupano di virus e batteri, ma non si può scherzare sulla pelle dei nostri bambini». Sempre su Facebook l'altra stoccata del sindaco che contesta al ministro e alla Regione «il caos delle prenotazioni e i ritardi per vaccinare i bambini, oltre al rischio che vengano cacciati dagli istituti per i restanti quattro mesi dell'anno scolastico». Raggi ha poi rincarato la dose sottolineando che la mozione è stata votata anche dal Pd, e «la verità è che il ministro e il Partito democratico vogliono speculare sui diritti dei bambini per mero interesse elettorale».
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Il Messaggero