Choc a Terni, neonato trovato dentro un sacchetto nel parcheggio di un supermercato: ancora con cordone obelicale e placenta

Terni Il corpo di un neonato è stato trovato da una donna che faceva la spesa, dentro a un sacchetto di plastica, alle 20.15, nella siepe di un parcheggio del supermercato...

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Terni Il corpo di un neonato è stato trovato da una donna che faceva la spesa, dentro a un sacchetto di plastica, alle 20.15, nella siepe di un parcheggio del supermercato Eurospin di piazzale Eroi dell'aria, a Terni, che si trova all'ingresso del raccordo Terni Orte, raggiungibile con facilità sia da nord sia da sud. Il neonato, un maschio di poche ore di vita, probabilmente di razza caucasica,  è morto. Il piccolo aveva ancora il cordone ombelicale attaccato e sul corpo resti della placenta. Potrebbe anche essere stato strappato alla madre.

 

Il sacchetto con il corpicino era stato appoggiato nella siepe che circonda il parcheggio, avvolto in un straccio. La signora che l'ha trovato è corsa sotto choc a chiedere aiuto alle commesse ma sembra non ci fosse più niente da fare. I soccorritori hanno cercato di rianimare il bimbo ma non ci sono riusciti. Sul posto è arrivata la polizia che sta verificando le immagini delle telecamere di sorveglianza e il medico legale per capire quale sia la causa della morte del piccolo.
 

La prima ipotesi che viene fatta dagli investigatori è che qualcuno sia venuto da fuori a lasciare il sacchetto con il corpo del bimbo nascosto all'interno. Per il modo con cui è stato ritrovato il sacchetto con il bimbo la polizia pensa che sia stato qualcuno che se ne sia voluto sbarazzare in fretta, in un posto lontano da dove abitualmente risiede. Secondo i primi accertamenti del medico legale il bimbo sarebbe stato lasciato lì circa quattro ore prima del ritrovamento. La polizia Scientifica sta raccogliendo tutti gli elementi possibili sul luogo del ritrovamento del bimbo. Verrà eseguito anche il Dna. Sono state sentite le commesse e tutti i clienti che erano nel supermercato. L'appello della polizia: «Chi ha visto qualcosa, parli. Ogni elemento può essere utile».

«La legge italiana garantisce il diritto della donna di partorire in anonimato, consentendo alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell'ospedale dove è venuto alla luce affinché sia assicurata l'assistenza e la tutela giuridica sia della madre sia del bambino»: a ricordarlo è la capo ostetrica dell'ospedale Santa Maria, Maria Antonietta Bianco.

«Siamo naturalmente molto addolorati sia per la mamma, probabilmente lasciata sola nella disperazione - commenta la dottoressa Bianco - sia per il neonato, che poteva salvarsi e vivere in una famiglia. Purtroppo ancora troppe donne non sanno che in ogni punto nascita italiano è possibile partorire in anonimato perché la legge tutela sia loro sia i propri figli».


«Rispetto alla nostra esperienza - spiega - le donne che hanno fatto questa scelta sono pervenute al nostro ospedale talvolta seguite dai servizi sociali ed altre volte spontaneamente. L'ultimo caso lo abbiamo avuto nel 2016». In Italia oltre alla possibilità di lasciare i neonati eventualmente non nati in ospedale nelle culle termiche (presenti in Umbria all'ospedale di Città di Castello e al residence Chianelli, presso l'ospedale di Perugia), la normativa vigente garantisce la tutela dell'anonimato della partoriente in ogni ospedale del territorio nazionale.
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Il Messaggero