Terni, gli amici di Flavio e Gianluca: «Potevamo salvarli, ma loro ci hanno fermato per paura dei genitori»

Volevamo chiamare un’ambulanza o un medico, ma sono stati proprio Flavio e Gianluca ad impedirlo, malgrado i forti crampi allo stomaco: «Non fate nulla, non vogliamo...

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Volevamo chiamare un’ambulanza o un medico, ma sono stati proprio Flavio e Gianluca ad impedirlo, malgrado i forti crampi allo stomaco: «Non fate nulla, non vogliamo che lo sappiano i nostri genitori». Rabbia e disperazione per non essere riusciti a salvare i loro due amici dopo il malore causato dall’assunzione di metadone. Hanno assistito impotenti, sperando che l’effetto di quella robaccia passasse il prima possibile, ma così non è stato. Ed i due sono morti nel sonno poche ore dopo.


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Certo è che Flavio Presuttari, 16 anni, e l’amico del cuore Gianluca Alonzi, 15enne, erano convinti che in quella bottiglietta data loro dal quarantenne Aldo Maria Tromboli, in carcere da martedì scorso, ci fosse la droga dei trapper, un mix chiamato “purple drank”. A farceli credere proprio il pusher per racimolare una manciata di euro (15) con i quali poco dopo avrebbe comprato una dose di cocaina. 

I tre si conoscevano perché si erano visti più volte al parco del quartiere di San Giovanni, dove tutte i pomeriggi e le sere di estate si incontra la comitiva di giovani. Così doveva essere lunedì scorso, per poi partecipare tutti quanti alla partitella sul campetto sgangherato del quartiere periferico. L’appuntamento era alle 21,30 in punto, per poi giocare poco dopo. Ed è drammatico il racconto fatto dagli ragazzi della comitiva, che hanno ripercorso le ultime ore di Gianluca e Flavio: «Eravamo lì vicino alla fontanella del campetto - hanno raccontato tre dei ragazzi presenti, tutti minorenni - e Aldo si è presentato con in mano una lattina di Fanta e una boccetta piccola di color bianco, si sono appartati e hanno consumato quella robaccia, poi ci hanno raggiunto e hanno provato a giocare ma non stavano bene, non ce la facevano a correre, a reggersi in piedi, e si sono fermati e messi in panchina».

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TELEFONATE
A quel punto la situazione è precipitata: «Verso le 23 Flavio, che vive in un quartiere residenziale della città, non sentendosi bene, dopo aver rigettato più volte, ha preso la sua microcar e se ne è andato a casa dicendoci che doveva alzarsi presto per partecipare come volontario ad un campus estivo appena giunto alla sua abitazione ci ha telefonato dicendoci che era arrivato. Insomma, ci ha voluto tranquillizzare mentre Gianluca è rimasto con noi fino a dopo mezzanotte. Verso le 23,30 sembrava stare meglio, in realtà le cose non stavano così. Ha iniziato a vomitare ancora liquido biancastro e il suo viso si è come spento, diventando violaceo. Noi abbiamo provato a dirgli che avremmo chiamato il 118 ma lui non voleva, diceva che si sarebbe ripreso. Non voleva allarmare la sua famiglia, così lo abbiamo accompagnato a casa, quasi a spalle». Poi, la morte nel sonno e la drammatica scoperta dei corpi senza vita fatta quasi contemporaneamente dalle due madri. 

Sono stati proprio i ragazzi a guidare i carabinieri fino all’abitazione di Aldo e sono stati loro, senza reticenze, a raccontare di come i due amici avessero deciso di fare uso del mix di droga chiamato “purple drank”: «La chiamano così - hanno detto candidamente durante gli interrogatori in caserma - per via del colore viola, e sono centinaia i tutorial su YouTube che spiegano come prepararla e ne mostrano gli effetti, basta unire bibite gassate alla codeina». 

E proprio per questo quando Gianluca e Flavio hanno rigettato hanno capito che Aldo aveva dato loro un’altra sostanza: «Lo hanno gridato loro, noi lo abbiamo capito perché il liquido rigettato era biancastro e non viola, erano stati truffati».
Una “truffa” che li ha portati alla morte.

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Il Messaggero