Trappist, in alcuni pianeti di quel Sistema solare gemello forse c'è più acqua che sulla Terra

Una visione artistica dei pianeti del Sistema Trappist
Era stato scoperto diversi mesi fa con un annuncio in pompa magna della Nasa. Gli entusiasmi, però, si erano subito spenti quando uno studio di un gruppo di ricerca...

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Era stato scoperto diversi mesi fa con un annuncio in pompa magna della Nasa. Gli entusiasmi, però, si erano subito spenti quando uno studio di un gruppo di ricerca dell'Università Loránd Eötvös di Budapest, una delle più antiche e grandi università dell'Ungheria, aveva gettato, per così dire, acqua sul fuoco circa la presenza di acqua allo stato liquido, forme di atmosfera primordiale e possibili oceani.


LA NOVITA'
Altro giro, altra corsa e l'ennesimo studio sul sistema distante da noi poco meno di 40 anni luce, rivela che i sette pianeti in orbita attorno alla super nana rossa Trappist-1 sono fatti di roccia, e alcuni, scoperta di non poco conto, potrebbero contenere potenzialmente più acqua della Terra. Secondo quest'ultimo studio intitolato La natura degli esopianeti di Trappistt-1 dell'astrofisico Simon Grimm dell'Università di Berna, apparso sulla rivista Astronomy & Astrophysics,  si legge che «le densità dei pianeti, ora conosciute molto più precisamente di prima, suggeriscono che alcuni di loro potrebbero avere fino al 5% della loro massa sotto forma di acqua, circa 250 volte di più degli oceani della Terra. I pianeti più caldi più vicini alla loro stella madre hanno probabilmente un'atmosfera densa e fumosa e quelli più distanti probabilmente hanno superfici ghiacciate. In termini di dimensioni, densità e quantità di radiazioni che riceve dalla sua stella, il quarto pianeta fuori è il più simile alla Terra. Sembra essere il pianeta più roccioso dei sette e ha il potenziale per ospitare acqua liquida».

LA SCOPERTA ANNUNCIATA NEL 2016
I pianeti erano stati rilevati per la prima volta dagli strumenti dell'Osservatorio di La Silla dell'Eso nel 2016. L'anno seguente, ulteriori e più approfondite osservazioni effettuate dal Vlt (Very large telescope) e dal telescopio spaziale Spitzer della Nasa, avevano scoperto che nel sistema c'erano non meno di sette pianeti, ognuno dei quali aveva approssimativamente le stesse dimensioni della Terra. A questi furono assegnati i nomi di Trappist-1b, c, d, e, f, g e h secondo la loro distanza crescente dalla nana rossa.

LE MASSE DEI PIANETI

«I pianeti di Trappist»-1 sono così vicini che interferiscono l'uno con l'altro gravitazionalmente, così i tempi in cui passano davanti alla stella si spostano leggermente, questi spostamenti dipendono dalle masse dei pianeti, le loro distanze e altri parametri orbitali: con un modello computerizzato simuliamo le orbite dei pianeti fino a che i transiti calcolati concordano con i valori osservati e quindi derivano le masse planetarie». A spiegare il corollario è stato sempre Grimm  acui si è aggiunto un altro membro del team svizzero, Brice-Olivier Demory, coautore dello studio su Trappit-1, che ha aggiunto che «Le densità, sebbene importanti indizi per le composizioni dei pianeti, ancora non dicono nulla sull'abitabilità. Il nostro studio è un importante passo avanti e, in ogni caso, continuiamo ad esplorare e capire se questi pianeti così com,e sono strutturati, possono sostenere la vita». In ogni caso il sistema della nana bruna Trappist-1 continuerà ad essere al centro degli esami con strumenti sempre più sofisticati, tra cui il VLt e il telescopio spaziale James Webb, il nuovo strumento della Nasa che verrà messo in orbita il prossimo anno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero