Lazio-Napoli 1-2: non basta Immobile, ritorno vincente per Ancelotti

Il copione sembra sempre lo stesso: la Lazio gioca, s’illude ma poi si spegne e vincono gli altri. I biancocelesti cadono alla prima per 2-1 contro il Napoli. Lassù,...

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Il copione sembra sempre lo stesso: la Lazio gioca, s’illude ma poi si spegne e vincono gli altri. I biancocelesti cadono alla prima per 2-1 contro il Napoli. Lassù, insieme alla Juventus di Cristiano Ronaldo c’è Carletto Ancelotti che torna dopo nove anni e si conferma protagonista. Rimandato Inzaghi che dovrà lavorare parecchio se vorrà confermarsi tra le grandi del campionato. I suoi durano meno di un tempo. Immobile fa stropicciare gli occhi a tutti con un gol da copertina ma poi gli errori e i personalismi rovinano quanto di buono fatto in quel momento. Milik e Insigne rimontano e regalano tre punti al Napoli che resta tabù. Un balsamo pure per la contestazione dei tifosi azzurri arrabbiati con il patron De Laurentiis per un mercato sottotono. Masticano amaro i laziali che avevano assaporato tutt’altra partita. I biancocelsti iniziano a mille mettendo sotto Insigne e compagni chiudendo ogni spazio e creando tante palle gol. Ciro, core ingrato, timbra per la terza volta consecutiva il cartellino per primo. Serve a poco. Dietro i soliti orrori non lasciano scampo ad altro risultato.

 
SOLITI ERRORI
E pensare che Inzaghi in Germani aveva lavorato solo sui tagli “assassini” di Callejon. Niente da fare lo spagnolo s’infila ovunque e propizia la rete di Milik attaccante centrale nel 4-3-3 di Ancelotti. Badelj regge ma fisicamente è indietro. Acerbi alza i muro ma non regge novanta minuti. Milinkovic, il più atteso di tutti, finisce per essere la delusione. Leziosismi e il solito braccino ammazzano anche Luis Alberto che non è mai pericoloso. L’effetto è che la Lazio sparisce quasi dal campo e il Napoli prende piede diventando l’unico protagonista del campo. Vittoria meritata. Balza agli occhi anche la precaria condizione fisica dei biancocelesti poco brillanti e molto sulle gambe. E poi c’è il solito neo del carattere: quando bisogna lottare nessuno morde per far male. Sconfitta che dovrà servire da insegnamento, tra una settimana a Torino c’è la Juventus. Il Napoli si gode il primato e con più tranquillità punta il Milan, prossimo avversario. 
 

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Il Messaggero