Juventus e plusvalenze, indagati Agnelli e i vertici del club. “Falso in bilancio” il reato ipotizzato

La Procura di Torino accusa la Juventus. Sono indagati il presidente Andrea Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici (oggi al...

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La Procura di Torino accusa la Juventus. Sono indagati il presidente Andrea Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici (oggi al Tottenham) e altre tre figure tra dirigenti ed ex dirigenti bianconeri dell’area finanziaria: l’attuale chief corporate and financial officer Stefano Cerrato, l’ex chief corporate and financial officer Stefano Bertola e l’ex dirigente finanziario Marco Re.

Le ipotesi di reato sarebbero false comunicazioni sociali ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. In base alla legge sulla responsabilità delle società, la stessa contestazione è mossa al club. Le accuse riguardano le plusvalenze e i movimenti di mercato degli ultimi tre anni. In particolare l’indagine sarebbe legata a 42 operazioni bianconere che avrebbero prodotto 90 milioni di euro sulla carta, ma solo tre reali e che quindi avrebbero generato benefici per oltre 40. La Covisoc aveva acceso un faro su 62 operazioni complessive, tra cui anche il passaggio di Osimhen dal Lille al Napoli per 70 milioni. Ieri sera la Guardia di finanza ha acquisito tutta una serie di documenti nelle sedi del club bianconero a Torino e Milano.

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Le operazioni

 

L’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Mario Bendoni, Cirio Santoriello e dall’aggiunto Marco Gianoglio, arriva dopo gli accertamenti già avviati settimane fa dalla Consob e dalla Covisoc. Si tratterebbe di movimenti per circa 50 milioni di euro. Tra le operazioni oggetto di controllo, ci sarebbe anche lo scambio dei giocatori Arthur e Pjanic tra Juve e Barcellona. Una materia complessa e complicata, sulla quale già altre volte la magistratura aveva lavorato, scontrandosi poi con la difficoltà di stabilire un valore assoluto ai singoli giocatori, oggetti di diverse valutazioni da parte dei club.

Nel 2008, ad esempio, Inter e Milan vennero prosciolte dalle stesse accuse. Nel caso della Juventus, le Fiamme Gialle hanno recuperato in particolare documenti relativi alla compravendita di diritti alle prestazioni sportive e alla formazione dei bilanci per gli anni 2019-21. «Le attività - ha precisato la procura di Torino in un comunicato - sono volte all’accertamento di ipotesi di reato di false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, nei confronti del vertice societario e dei direttori delle aree business, financial e gestione sportiva. Al vaglio ci sono diverse operazioni di trasferimento di giocatori professionisti e le prestazioni rese da alcuni agenti coinvolti nelle relative intermediazioni. È altresì ipotizzato a carico della società il profilo di responsabilità amministrativa da reato, previsto qualora una persona giuridica abbia tratto vantaggio dalla commissione di taluni specifici illeciti.

A tutela del mercato finanziario, le perquisizioni sono state avviate successivamente alla chiusura delle contrattazioni settimanali di Borsa italiana, dove il club calcistico è quotato». L’indagine, denominata “Prisma”, ha avuto avvio nel maggio 2021. Ove fosse dimostrata la colpevolezza del club bianconero, le possibili sanzioni andrebbero dall’ammenda con diffida fino alla penalizzazione in campionato. 


La Juventus non sta attraversando il suo periodo migliore, oltre che in campo, anche sotto l’aspetto finanziario e le notizie più preoccupanti starebbero arrivando sul fronte borsistico. Il club bianconero, il cui titolo è quotato a Milano, ha comunicato nei giorni scorsi i dettagli in merito alla collocazioni sul mercato di azioni per procedere alla sottoscrizione dell’aumento da capitale di 400 milioni di euro previsto dalla controllante Exor.
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Il Messaggero