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Appena una settimana di scuola e già si contano, da Nord a Sud, centinaia di classi in quarantena. Il numero è destinato a crescere e si pensa, allora, a come fermare i disagi che, un anno fa, misero in ginocchio la didattica in presenza. E le possibilità di adottare, già approvate o ancora al vaglio degli esperti, vanno dalla quarantena “ridotta” per i vaccinati alle mini-bolle da isolare in caso di positivi in classe.
Da lunedì scorso sono rientrati tra i banchi oltre 4milioni di ragazzi e oggi si concluderà il rientro con le ultime scuole, in Puglia e Calabria: in questi primi giorni di lezione, però, sono iniziate anche le prime chiusure con i casi di positivi che, come da protocollo, stanno mandando in quarantena l’intera classe. Difficile contarne il numero complessivo ma si tratta di centinaia di casi in tutta Italia. A cui si aggiungeranno i nuovi contagi che arriveranno, inevitabilmente, proprio a seguito della ripartenza delle attività.
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I presidi
«I contagi nelle classi erano ampiamente prevedibili - ha spiegato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi - bisogna pensare che in Italia ci sono 400 mila classi, circa. La metà sono di under 12 e quindi non possono vaccinarsi ancora e l’altra metà, invece, è per gran parte vaccinata. È chiaro che più gente si vaccina e meno ragazzi in quarantena avremo». Per ora infatti solo gli over12 possono accedere al vaccino, per i più piccoli si resta in attesa dell’autorizzazione internazionale. Quindi i casi di positivi in classe ci sono e ci saranno, soprattutto a causa della variante Delta che già nei mesi estivi ha dimostrato di saper contagiare anche i più giovani.
I tre tipi diversi di quarantena
Ma che cosa accade, quando si verifica un caso di positività a scuola? Va in quarantena tutta la classe. Ma con diverse modalità: quest’anno infatti, a differenza di un anno fa, ci sono tre diversi tipi di quarantena. Alla quella normale di 10 giorni, per i non vaccinati, si è aggiunta quella in formato ridotto da 7 giorni per coloro che, tra docenti e studenti, sono vaccinati. Resta poi l’isolamento a 14 giorni per chi non vuole sottoporsi al tampone e non ha sintomi da 7 giorni. La possibilità di ridurre i giorni di isolamento da 10 a 7 è una strada che punta a ridurre la quarantena per la classe e quindi, di conseguenza, le lezioni in didattica a distanza.
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I dubbi
Un problema che riguardava soprattutto le scuole superiori dove i professori insegnato in più sezioni. Sulla stessa linea si sta ipotizzando la quarantena ristretta alle mini bolle: vale a dire che, quando uno studente risulta positivo, si va ad isolare solo i compagni più stretti, non l’intera classe. Nelle scuole dove i posti al banco sono fissi, si potrebbe isolare solo i vicini di banco fino a un gruppo di 6. Per ridurre al minimo i disagi anche alle famiglie. In questa ottica il docente, seduto a due metri di distanza, potrebbe addirittura restare fuori dalle bolle. Ma per ora la possibilità di individuare le mini bolle non è prevista dal Cts che conferma il protocollo di sicurezza già in uso, vale a dire mettere in quarantena tutti i contatti.
Per poter individuare le mini bolle è necessario poter contare sui posti fissi in classe e a scuola. «Fino ad ora la tendenza è quella di mettere l’intera classe in quarantena in caso di positività di un alunno - ha spiegato ancora Giannelli dell’Anp - la Asl ha il compito di fare il contact tracing per capire chi va messo in quarantena ma non ha la possibilità di fare indagini a tappeto e quindi la cosa più semplice e sicura è quella di mettere in quarantena tutte le classi con un caso di positività».
Il Messaggero