Potrebbe essere, salvo sorprese, quello del giurista Giuseppe Conte il nome che domani Matteo Salvini e Luigi Di Maio indicheranno al presidente della Repubblica Sergio...
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Il nome su cui si sarebbe raggiunto l'accordo arriva al termine di un'ennesima giornata di contatti telefonici e culminata con un vertice tra i due leader che alla fine avrebbero trovato una intesa su Conte, tecnico di area M5s che di Di Maio voleva già nel suo governo. E un accordo di massima sarebbe stato raggiunto anche sulla squadra dell'esecutivo.
Giuseppe Conte
Anche se proprio sulla squadra l'occhio vigile del Colle, si racconta in ambienti politici, avrebbe rilevato alcune incongruenze da verificare e risolvere.
Ma fino a quando non ci sarà l'ufficialità, sia Lega che Movimento Cinque Stelle mostreranno cautela. E non è un caso che sia Salvini che Luigi Di Maio si appellino indirettamente al Capo dello Stato a cui spetta l'ultima parola: «Speriamo che nessuno metta veti su una scelta che rappresenta la volontà della maggioranza degli italiani», mette in chiaro il segretario del Carroccio che ribadisce come il nome del premier soddisfi «sia la Lega che i pentastellati». Quanto al suo futuro nel governo il leader leghista non si sbilancia ma conferma la sua disponibilità e quella di Di Maio a far parte della squadra.
Alle parole di Salvini fa eco proprio il capo dei pentastellati che si dice pronto a far parte del governo ed annuncia la nascita di un super ministero frutto dell'unione tra Mise e Lavoro, che sarà guidato da un esponente del Movimento: «Abbiamo chiesto che il ministero dello sviluppo economico venga accorpato con il Lavoro per diventare un super dicastero per risolvere i problemi degli italiani. E che vada al Movimento 5Stelle insieme a tanti altri», spiega Di Maio che poi annuncia battaglia con l'Europa: «Prima di spread e dei parametri di Bruxelles - avvisa - vengono i cittadini italiani con i loro diritti essenziali. E se dovremo pretendere qualcosa in Europa non andremo col cappello in mano ma chiederemo i margini per poter spendere».
In attesa che il nome venga ufficializzato, però, tra gli altri partiti ed in particolare quelli del centrodestra sale la tensione. Sotto i riflettori finisce Fratelli d'Italia. Il segretario della Lega non ha fatto mistero di gradire un allargamento anche a Giorgia Meloni ma la leader di Fratelli d'Italia ha sempre condizionato il sì del suo partito alla scelta del premier ed in particolare ad un presidente del Consiglio di centrodestra. Sul piede di guerra invece Forza Italia. La decisone finale sarà presa in una riunione ad hoc che Berlusconi convocherà la prossima settimana (tra martedì e giovedì a seconda di quando il governo si presenta alle Camera). Ma da Arcore la linea dell'ex capo del governo non cambia. Da parte del Cavaliere ci sarebbe profondo scetticismo per la scelta del capo dell'esecutivo e per il programma messo in campo: «da parte nostra - fa sapere - non ci saranno sconti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero