Covid, Ricciardi: «Divieti per evitare altre tragedie, così fermeremo la terza ondata»

«I 993 morti in 24 ore, purtroppo, sono la conseguenza dell'alta circolazione del virus. Anche per questo ci sono regole rigide per Natale. Se tutti le rispetteremo,...

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«I 993 morti in 24 ore, purtroppo, sono la conseguenza dell'alta circolazione del virus. Anche per questo ci sono regole rigide per Natale. Se tutti le rispetteremo, eviteremo una terza ondata. Resta uno scoglio: la riapertura delle scuole. Non tanto le lezioni, ma tutto ciò che sposta la scuola. Indispensabile potenziare i trasporti o differenziare gli orari, altrimenti anche il ritorno tra i banchi potrebbe provocare una terza ondata».


Nel giorno più triste, con quasi mille morti per Covid-19, il professor Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, invita a mantenere altissima la guardia, anche durante le feste. Non dobbiamo commettere gli stessi errori degli Stati Uniti che, come conseguenza degli spostamenti e degli incontri familiari per il Giorno del Ringraziamento, hanno visto aumentare casi positivi, ricoveri e vittime.
In Italia abbiamo registrato il dato più alto di sempre: 993 morti per Covid-19. Come è possibile?
«Siamo di fronte alle conseguenze dell'alta circolazione del virus delle settimane passate. Ora dobbiamo tutti continuare a rispettare le regole, la curva dei contagi sta frenando. Servono altri quindici giorni per vedere diminuire anche il dato dei decessi».
Le misure decise da Governo italiano per Natale ci tuteleranno dalla terza ondata?
«Ritengo di sì. Ma vanno rispettate».
La riapertura delle scuole rappresenta un'altra incognita a gennaio. Non rischiamo di ritrovarci di nuovo in affanno?
«Dipende da come sarà gestita la riapertura delle scuole. Se avverrà con rigore, con attenzione a tutte le fasi, dall'entrata all'uscita, allora no, non ci saranno contraccolpi. Le scuole sono sostanzialmente in grado di contenere l'epidemia. Ma la stessa attenzione serve nell'afflusso, nel deflusso. E nei trasporti pubblici».
Continuiamo a vedere treni della metro e bus affollati.
«Questo è un avvertimento che abbiamo lanciato fin dall'inizio: i mezzi pubblici non devono trasportare più del 50 per cento della loro capienza. Se ne esce solo scaglionando gli orari delle scuole o aumentando i bus, magari ricorrendo anche ai privati. Se le scuole verranno riaperte senza avere corretto questi aspetti, i problemi ci saranno. Ma a causarli non saranno gli istituti, ma ciò che c'è intorno a loro».
E non pagheremo un conto salato a causa degli assembramenti per lo shopping di questi giorni?
«Tutti i cedimenti che facciamo nel momento in cui non vengono rispettate le norme del distanziamento e delle mascherine, li paghiamo dopo due settimane con un aumento di casi. Devo anche dire che, salvo alcune eccezioni, in linea di massima gli italiani stanno collaborando e rispettando le regole».
Negli Stati Uniti c'è stata una impennata di ricoveri collegata agli spostamenti per il Giorno del Ringraziamento. L'Italia per Natale rischia gli stessi guai senza il divieto ai viaggi?
«La limitazione degli spostamenti nei giorni di festa è indispensabile se si vogliono fermare i contagi, tenendo conto dei dati attuali di diffusione del virus e dei decessi. Gli Stati Uniti continuano a fare tutta una serie di errori, e si avviano ad avere una situazione terrificante, per stessa dichiarazione ieri delle autorità sanitarie: vanno verso i 450 mila morti. Si tratta della loro più grave crisi di sanità pubblica della storia».
A fine gennaio dovrebbe partire la vaccinazione anti Covid anche in Italia. Quando saremo abbastanza avanti per sentirci in una zona di sicurezza?
«In una fase avanzata del 2021, anche se per la prima parte dell'anno saranno comunque necessarie misure di contenimento del virus, comportamenti prudenti, uso delle mascherine e distanziamento».
In totale si punta su sei tipi di vaccini differenti. Ma davvero è possibile che tutti saranno autorizzati?
«Lo speriamo, significherà avere più armi a disposizione, con tecnologie differenti. Ma bisogna attendere le autorizzazioni per tutti. Penso che l'accelerazione del Regno Unito sul vaccino di Pfizer-BioNTech sia una mossa avventata, più corretta la prudenza dell'Ema, condivisa con tutti i Paesi dell'Unione europea».

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