Omicron, il caso dei guariti da Delta: «Passati venti giorni si reinfettano»

Sambri (Ausl Romagna): «Decine di casi solo nell’ultimo mese». Cauda (gemelli): «Però è difficile che si verifichi il percorso inverso»

Le segnalazioni sono sempre più frequenti: una persona si contagia con Delta, si chiude in casa con la febbre e la tosse, guarisce e ha il tampone negativo. Dopo tre...

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Le segnalazioni sono sempre più frequenti: una persona si contagia con Delta, si chiude in casa con la febbre e la tosse, guarisce e ha il tampone negativo. Dopo tre settimane si contagia di nuovo, ma questa volta con la Omicron. Racconta il professore Vittorio Sambri, direttore dell’Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio Unico dell’Ausl Romagna: «Sono almeno una ventina i casi che abbiamo rilevato con questo percorso, nell’ultimo mese. Probabilmente sono di più, nel nostro territorio, ma abbiamo potuto valutare solo i pazienti per i quali, nella prima infezione, era stato eseguito il sequenziamento del virus. Avevamo visto anche reinfezioni con Delta, ma erano rare e soprattutto di solito trascorrevano almeno tre mesi dalla prima. Ora ne vediamo dopo tre settimane, prima con Delta, poi con Omicron. Fino ad oggi non è mai avvenuto il contrario, ma è anche vero che Delta sta scomparendo, Omicron è ormai al 95 per cento. Una reinfezione Omicron su Omicron appare assai improbabile, però è presto per arrivare a conclusioni». Anche in altre regioni viene segnalato lo stesso fenomeno. «Per fortuna, tenendo conto che spesso parliamo di soggetti vaccinati, i sintomi nella reinfezione sono molto blandi».

 

 

RICERCA

Il professor Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive al Policlinico Gemelli di Roma e docente dell’Università Cattolica, spiega: «Fin da subito, in Sudafrica, si sono accorti che in quella popolazione, con una bassa percentuale di vaccinazione ma con una intensa precedente circolazione del virus ovviamente con altre varianti, la Omicron causava numerose reinfezioni. Con Omicron c’è una importante elusione del sistema immunitario dei soggetti già contagiati con altre varianti. E questo spiega come mai in Italia stiamo vedendo, anche con tempi ravvicinati, persone contagiate con Delta, che si reinfettano con Omicron. Sempre studi sudafricani, però, ci dicono che Omicron produce una forte protezione anticorpale nei confronti di Delta, per cui ritengo improbabile una reinfezione con Delta per chi ha avuto Omicron. Anche perché Omicron ormai sta sostituendo Delta. Infine, ad oggi appare non probabile anche la reinfezione Omicron su Omicron».

 

 


In sintesi: uno dei problemi di questa fase della pandemia è che la Omicron ha aumentato i casi di reinfezione, anche perché chi ha superato il contagio forse è portato a essere maggiormente imprudente. Ma lo avevamo già visto in Sudafrica, si sta ripetendo anche in Italia: Omicron aggira facilmente l’immunità naturale sviluppata con la precedente infezione di una differente variante. Spiega l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità: «Dal 24 agosto 2021 al 19 gennaio 2022 sono stati segnalati 108.886 casi di reinfezioni, pari a 2,7 per cento del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni (3,2) sul totale dei casi segnalati risulta stabile rispetto alla settimana precedente. La probabilità di contrarre una reinfezione risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione».

 

 

REGNO UNITO

Se come sintomi - salvo eccezioni - la reinfezione, soprattutto su un soggetto vaccinato, comporta poche preoccupazioni, sul fronte della circolazione del virus il discorso cambia e si complica. Nel Regno Unito alcuni studi vanno nella stessa direzione del fenomeno rilevato anche in Italia: due terzi delle persone che in Inghilterra si sono infettate con la variante Omicron avevano già avuto il Covid. Lo studio ha coinvolto 3.600 volontari e le conclusioni sono state pubblicate dall’Imperial College di Londra: il 64,6 per cento dei positivi alla Omicron, hanno riferito di essersi già contagiati in passato. Ciò che però sorprende nei casi rilevati ad esempio in Emilia-Romagna è che tra guarigione da Delta e reinfezione con Omicron siano trascorse solo tre-quattro settimane. «Tenga comunque conto - conclude il professor Cauda - che siamo in una fase di circolazione del virus molto intensa. Per fortuna i vaccini stanno funzionando molto bene nella protezione dalla malattia severa e questo sta cambiando la storia della pandemia. Per i vaccinati, ovviamente».

 

 

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Il Messaggero