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La festa potrebbe essere già finita. L'avvio del percorso di uscita della Gran Bretagna dal terzo lockdown nazionale anti Covid dopo oltre tre mesi resta confermato, sullo sfondo del calo dei contagi recente, ma comporterà inevitabilmente una certa ripresa di casi e decessi. Lo ha detto Boris Johnson, insistendo sull'appello ai connazionali alla cautela.
«Riaprire comporterà inevitabilmente più infezioni e, purtroppo, più ricoveri in ospedale e più morti, la gente deve saperlo», ha spiegato il premier; aggiungendo di «non vedere al momento ragioni per cambiare» il percorso di uscita graduale dal lockdown, ma che «è molto importante che le persone continuino a essere caute».
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«Al momento non posso vedere alcuna ragione per cambiare la road map» sulle riaperture condizionate del dopo lockdown avviate nel Regno in questi giorni e destinate a proseguire a tappe - laddove i dati sulla pandemia lo consentano - fra il 17 maggio e il 21 giugno prossimi, ha sottolineato Johnson conversando con alcuni giornalisti accreditati a Downing Street. Tuttavia, ha ribadito, «è molto, ma molto importante che le persone continuino a essere caute e esercitare moderazione nei comportamenti basilari necessari a fermare la diffusione del virus: lavarsi le mani, mantenere un ampio distanziamento dagli altri, concentrare le attività all'aria aperta».
Il primo ministro Tory ha quindi definito «grandioso» il risultato conseguito dal Regno Unito sul fronte dei vaccini anti-Covid e in particolare «il raggiungimento in leggero anticipo dell'obiettivo di garantire a tutte le nove fasce d'età prioritarie (degli over 50) la prima dose».
Germania, allarme di Merkel
«Il freno di emergenza federale è tardivo perché la situazione è seria e noi tutti dobbiamo prenderla sul serio». Lo lo ha detto la cancelliera Angela Merkel, in una breve dichiarazione alla stampa, dopo il consiglio dei ministri a Berlino. Ciononostante la decisione è «tanto importante quanto urgente» ha proseguito. «Dal mio punto di vista, posso solo dire che più veloce va, meglio è sia nel Bundestag che poi al Bundesrat», ha detto Merkel circa la decisione presa oggi in Consiglio dei ministri. Bisogna diventare più «rigorosi e coerenti» nella lotta alla pandemia. È troppo tardi agire quando le unità di terapia intensiva sono piene e ora spetta allo Stato e ai cittadini «non lasciare da soli» i medici e gli infermieri negli infermieri negli ospedali.
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