Il Covid corre ancora in Europa: la Bulgaria (al collasso) manda i malati all'estero, in Romania torna il coprifuoco

In Germania sale l'incidenza settimanale dei casi, mai così alta da maggio

Il Covid torna a correre in Europa: la Bulgaria manda i malati all'estero e in Romania torna il coprifuoco
La pandemia in Europa torna a farsi sentire. Sono diversi i Paesi di nuovo sotto pressione, con il virus che cresce (e la paura anche). La Bulgaria ad esempio, ha...

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La pandemia in Europa torna a farsi sentire. Sono diversi i Paesi di nuovo sotto pressione, con il virus che cresce (e la paura anche). La Bulgaria ad esempio, ha annunciato di essere sul punto di dover inviare all'estero i malati di Covid-19, con il sistema ospedaliero al collasso dopo una quarta ondata. La vicina Romania aumenta intanto le restrizioni. «La nostra capacità in termini di personale sanitario e ventilatori è quasi esaurita, dovremo cercare aiuto all'estero», ha detto il ministro della Salute bulgaro Stoycho Katsarov sul canale Nova TV, «se la curva delle contaminazioni non si ridurrà entro 10-15 giorni». E in Germania nel frattempo, sale l'incidenza dei casi come non accadeva da mesi.

Europa, il virus torna a correre

 

Torna il coprifuoco notturno in Romania, alle prese con una nuova drammatica fase della pandemia che fa segnare continui record giornalieri in termini di contagi e decessi. Stando ai media regionali, il coprifuoco e nuove severe misure restrittive, con pass vaccinali per gran parte degli spazi pubblici, scatteranno da lunedì. Da settimane in Romania si registrano quotidianamente bilanci fra i 15 mila e i 20 mila nuovi contagi, con centinaia di decessi, anche fino a 500. Il sistema sanitario è al collasso, e le terapie intensive sature, con decine di pazienti che vengono inviati in ospedali all'estero, in particolare nella vicina Ungheria.

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Va molto a rilento la campagna vaccinale, con la Romania che, insieme alla Bulgaria, è agli ultimi posti nella Ue per percentuale di popolazione immunizzata, finora intorno al 30%. La pandemia è in sensibile ripresa anche negli altri Paesi dei Balcani, in particolare in Serbia, dove va ugualmente a rilento la campagna vaccinale - solo il 53% circa ha ottenuto finora le due dosi. Il bilancio delle ultime 24 ore in Serbia è stato di 6.748 casi e 60 morti, in Croazia di 3.585 contagi e 25 decessi, in Slovenia di 2.270 casi e otto morti. In quest'ultimo Paese si è registrato il numero più alti di casi in sol giorno degli ultimi 10 mesi. La situazione epidemiologica resta molto critica anche in Bulgaria, Montenegro e Bosnia-Erzegovina, tutti Paesi con percentuali basse di immunizzati.

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Germania - L'incidenza settimanale dei casi di coronavirus in Germania ogni 100mila abitanti questa domenica ha raggiunto i 106,3 casi. È la prima volta, dalla metà di maggio, che viene superata la quota dei casi. Il Robert Koch Institute, l'agenzia ufficiale preposta al controllo della pandemia, ha verificato nelle ultime 24 ore 13.732 nuovi casi e altri 23 decessi in tutto il Paese, per un totale di 4,46 milioni di contagi e 95.100 decessi dall'inizio della pandemia. Nelle ultime ore è stato inoltre annunciato che la Germania ha aggiunto Croazia e Bulgaria all'elenco dei Paesi ad alto rischio, istituendo cinque giorni di quarantena per i passeggeri non vaccinati o guariti dalla malattia provenienti da questi Paesi. Croazia e Bulgaria si aggiungono ad altri tre stati membri dell'Unione Europea (Romania, Lituania e Slovenia) che erano già in questo elenco, che comprende in tutto 70 Paesi.

La pandemia sta registrando un rimbalzo nei Paesi dell'Europa centrale, così come in Russia, a causa dell'arrivo dell'inverno e del rallentamento del processo di vaccinazione (in Germania la percentuale di persone che hanno ricevuto il programma completo è del 66 per cento). Tuttavia, il governo tedesco si aggrappa al numero relativamente basso di ricoverati per evitare di imporre nuove misure restrittive. Negli ultimi sette giorni il tasso di ricoveri ogni 100mila persone è stato di 2,68.

Gran Bretagna - Il governo del Regno Unito si starebbe preparando a una nuova stretta contro il Covid-19 in vista dell'inverno e non esclude neanche l'ipotesi di varare l'obbligo di pass vaccinale: è quanto scrive l'Observer, il domenicale del Guardian, che parla di «nuovi dati» allarmanti che spianano la strada a un Piano B, dopo la fine delle restrizioni in luglio e la recente, vertiginosa impennata dei contagi (e anche dei decessi). Il giornale afferma che la Uk Health Security Agency (Ukhsa) sta consultando le amministrazioni locali per tastare loro il polso sulla possibilità di una «immediata implementazione del piano per l'inverno» per far fronte alla crescente pressione sull'Nhs, il servizio sanitario pubblico. Si teme in particolare la concomitanza della variante Delta e sottovarianti del coronavirus e altre malattie respiratorie, come l'influenza e il Virus respiratorio sinciziale (Rsv), che può avere conseguenze anche gravi per bambini e persone anziane. Finora il governo di Boris Johnson - che negli ultimi giorni sta invitando la popolazione ad assumere la terza dose di vaccino - è stato restio ad applicare nuove regole, malgrado il parere degli esperti e le difficoltà del servizio sanitario. Soprattutto non piace a Whitehall l'imposizione di passaporti vaccinali per accedere a locali affollati e grandi raduni al chiuso e delle mascherine in alcune situazioni.

Ucraina - Venerdì scorso il Paese ha registrato un record di nuove infezioni e decessi, per il secondo giorno consecutivo, spingendo la capitale, Kiev, a reintrodurre rigide restrizioni. Secondo i dati del governo, nelle ultime 24 ore sono stati identificati 23.785 nuovi casi e 614 persone sono morte nell'ex repubblica sovietica, il cui sistema sanitario è gravemente carente di risorse. «La situazione è molto preoccupante», ha reagito venerdì sera il direttore del Comitato per la sicurezza nazionale, Oleksi Danylov, secondo il quale il bilancio delle vittime potrebbe salire a 1.000 al giorno.

Russia - Le autorità sanitarie russe hanno registrato 35.660 nuovi casi. Secondo i dati riportati dall'agenzia Tass, il numero dei cosiddetti casi attivi, nei quali i pazienti ricevono trattamento medico, ha subito un notevole aumento, attestandosi a 845.122. Si mantiene alto anche il numero delle vittime, con 1.072 decessi nelle ultime 24 ore, rispetto ai 1.075 del dato precedente. Il numero complessivo dei decessi dall'inizio della pandemia è 230.600, con un tasso di mortalità che attualmente è del 2,8%.

 

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